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CD Projekt: 'non comprate le espansioni di un gioco non ancora rilasciato se avete dei dubbi'

Written By Unknown on Sabtu, 11 April 2015 | 23.59

Negli ultimi anni i giocatori sembrano lamentarsi per qualsiasi cosa e molto spesso sembrano vedere problemi dove apparentemente non ce ne sono. È capitato anche per The Witcher 3 Wild Hunt, che seppure sembra uno dei titoli qualitativamente migliori e validi dal punto di vista tecnico. E nella maggior parte dei casi la risposta a queste critiche è estremamente semplice.

The Witcher 3 Wild Hunt

"Non comprate le espansioni di un gioco non ancora rilasciato se avete dei dubbi sulla qualità di quel gioco", ha infatti detto Marcin Iwinski, co-fondatore di CD Projekt Red, in seguito all'annuncio delle due espansioni a pagamento per The Witcher 3. Annuncio che ha scatenato il malumore della community dei fans di CD Projekt, perché vedono la software house polacca come un punto di riferimento in onestà. Il tentativo di marginare con dei DLC per un gioco non ancora uscito, quindi, non sarebbe consono alla reputazione che CD Projekt ha saputo costruirsi nel corso degli anni.

"Aspettate le prime recensioni di The Witcher 3 Wild Hunt prima di decidere. Come sempre, siete liberi di fare ciò che volete", aggiunge ancora Iwinski.

I giocatori che hanno preso a cuore CD Projekt sono delusi perché vorrebbero che questi contenuti venissero inseriti nella versione di base del gioco. Non amano neanche la struttura del Pass espansioni, che porta a pagare in anticipo contenuti che arriveranno solamente dopo molto tempo. Eppure, questo tipo di politiche viene attuato da diverse software house e alcuni tra i giochi più apprezzati dell'ultimo periodo, come Mortal Kombat X e Dying Light, offrono dei Pass per le espansioni molto simili a quello di The Witcher 3.

Come sempre, diciamo che il giudizio su un prodotto videoludico dovrebbe essere formulato sulla base dell'effettiva qualità del gioco e non valutando solamente le politiche attuate dalla software house che lo realizza. Soprattutto in un caso come questo, con un videogioco che promette di essere di altissima qualità come abbiamo visto nella recente anteprima di The Witcher 3 Wild Hunt.

Vi lasciamo con l'ultimo gameplay trailer di The Witcher 3 Wild Hunt appena rilasciato.


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Sony, tre nuovi sensori per reflex e mirrorless

Sony, tre nuovi sensori per reflex e mirrorless

"Sony ha aggiunto al suo catalogo tre nuovi sensori: un APS-C da 24 Mpixel con cadenza di scatto superiore all'attuale, che vedremo forse su una futura SLT, e due sensori in formato 4/3 a beneficio probabilmente del partner Olympus. "

Sony ha aggiunto tre nuovi sensori d'immagine al suo già nutrito elenco e, conoscendo il successo che tali sensori riscuotono sul mercato, c'è da scommettere che li vedremo presto all'interno di qualche fotocamera di prossimo rilascio.


Il primo è un sensore APS-C da 24 Mpixel,  che si affianca all'attuale migliorandone la velocità di risposta. A fronte di un frame-rate massimo di 8.7 fps dell'attuale, infatti, il nuovo arrivato raggiungerà i 19 fps; sembra pertanto il candidato ideale per equipaggiare una mirrorless di nuova generazione o una futura A77, che in virtù della tecnologia Translucent Mirror potrebbe beneficiare al massimo dell'elevata cadenza di scatto del nuovo sensore.

Gli altri due nuovi sensori sono invece in formato 4/3, il che è una novità per Sony. Il Primo è un 16 Mpixel, con singolo pixel da 3.7 micron, quindi analogo per risoluzione ai sensori che equipaggiano molte delle MQT attuali, ma anch'esso molto veloce - 23 fps. Il secondo raggiunge invece i 20 Mpixel, con singolo pixel da 3.3 micron, e arriva a 27 fps massimi. Escludendo che Sony sia interessata a tenere per sé sensore di questo formato, è lecito attendersi che questi verranno impiegati su futuri modelli del partner Olympus.     


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Amazon presenta la sua prima causa contro le false recensioni: era ora!

Quando si acquista su Amazon, è naturale scorrere nella parte bassa della pagina per leggere le recensioni degli utenti. Questo perché l'utente da casa è (o dovrebbe essere) super partes e disposto a dire la sua anche, e soprattutto, quando qualcosa nella transazione o nel prodotto stesso non è andato come desiderato. Tuttavia, chi ci dice che le recensioni dei prodotti su Amazon siano affidabili, o non siano in qualche modo prezzolate?

In effetti nessuno, ed è stato dilagante negli ultimi anni il fenomeno delle false recensioni. Amazon non ha mai preso una posizione in merito, almeno dal punto di vista legale e almeno fino ad oggi. Il gigante di Bezos ha iniziato a rispondere con una denuncia formale rivolta contro quattro siti che avrebbero venduto false recensioni di prodotti sul celebre portale di e-commerce: parliamo di buyamazonreviews.com, buyazonreviews.com, bayreviews.net e buyreviewsnow.com.

Depositata presso la King County Superior Court, si tratta della prima denuncia di questo tipo che parte da Amazon. È rivolta principalmente al californiano Jay Gentile, l'uomo che sta alla base di alcuni dei servizi citati nei documenti. Secondo Amazon, tuttavia, le false recensioni sono in numero estremamente inferiore rispetto a quelle affidabili, ma comunque un fenomeno da arginare: "Anche se di numero ridotto, queste recensioni minacciano di compromettere la fiducia che i clienti e la maggioranza di venditori e produttori hanno riposto in Amazon, offuscando così il suo brand", recita la denuncia.

E continua: "Amazon proibisce severamente ogni tentativo di manipolare le recensioni dei clienti, e si attiva per rimuovere recensioni non autentiche, false o fuorvianti dal suo sito". Tuttavia, la società specifica che, "nonostante i notevoli sforzi" operati in passato per debellare la pratica, "si sta sviluppando un ecosistema insalubre al di fuori di Amazon per la fornitura di recensioni non autentiche", con un giro di affari che consiste esclusivamente nel vendere questo tipo di recensioni.

Fra le accuse troviamo, fra le tante, violazione di marchio, concorrenza sleale e atti ingannevoli, con Amazon che chiede inoltre un risarcimento danni e la contabilizzazione dei profitti generati con il business delle false recensioni da Gentile e dagli altri esponenti del settore.


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Lo zaffiro di Apple Watch resiste anche al trapano: ecco un test di resistenza estremo

Il sito di riparazioni di dispositivi Apple iPhonefixed ha ricevuto nella settimana un pannello in zaffiro di ricambio per l'imminente Apple Watch. Si tratta di un'unità del modello da 38mm, che di lì a breve è divenuta la sfortunata protagonista, o vittima che dir si voglia, di un test di resistenza estremo. Secondo Apple, lo zaffiro di Apple Watch, è in grado di resistere in maniera esemplare soprattutto ai graffi. Vediamo se è vero.


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HDMI 2.0a, annunciate le nuove specifiche con supporto ai formati HDR

Sono state finalizzate e ufficializzate le specifiche della versione 2.0a dello standard HDMI. L'aggiunta principale è data dal supporto dei formati HDR, che permettono qualità e dettagli superiori sia per quanto riguarda le zone d'ombra dell'immagine, che le parti più luminose.

"Riconosciamo che l'HDR sarà un elemento critico nell'evoluzione dell'industria. Il nostro supporto all'HDR consente ai nostri più di 800 HDMI 2.0 Adopter di sviluppare prodotti leader con supporto all'HDR, pur mantenendo l'interoperabilità con tutto l'ecosistema HDMI", ha dichiarato Robert Blanchard, presidente dell'HDMI Forum.

A Blanchard ha fatto eco Arnold Brown, Chairman dell'HDMI Forum: "Con l'aggiunta dei formati HDR, lo standard HDMI continua il suo supporto ai più recenti formati e alle tecnologie pianificate per i contenuti di Hollywood". Le nuove opzioni di HDMI 2.0a si aggiungono a quelle già concesse dallo standard HDMI 2.0, e come quest'ultimo non richiede nuovi cavi.

Fra queste citiamo la bandwidth teorica massima supportata pari a 18Gbps, che consente pieno supporto alla risoluzione 3840x2160 fino a 60fps e a 32 canali audio contemporaneamente. Lo standard HDMI 2.0 era stato annunciato ufficialmente all'IFA 2013 di Berlino, ed è chiaro che il nuovo 2.0a non sia altro che un aggiornamento marginale.


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La software house di Divinity Original Sin adesso pianifica rilasci annuali

"Il fallimento è un passo irrinunciabile per la creatività", ha detto Swen Vincke, CEO della belga Larian Studios, a GamesIndustry.biz. Secondo Vincke il lancio di Divinity Original Sin è stato del tipo "o la va o la spacca", visto che i rischi erano tantissimi e le possibilità di ottenere successo realmente molto scarse, vista la natura indipendente del titolo.

Oggi Divinity Original Sin viene considerato come il miglior gioco di ruolo dell'industria dei videogiochi da moltissimi giocatori.

Divinity Original Sin

Lo studio di Québec di Larian conta adesso 10 persone, rimanendo quindi in perfetta armonia con la filosofia indipendente di Larian. Collabora con le altre sedi di Gand, Belgio, e di San Pietroburgo, Russia.

Ma entro tre anni lo studio di Québec sarà composto da 40 persone, e questo gli consentirà di lavorare autonomamente su un proprio gioco. "Con tre studi che sono in grado di lavorare su un proprio titolo, avremo l'opportunità di rilasciare un nuovo gioco per ogni anno. Questo vuol dire che lo sviluppo di ciascun titolo durerà tre anni: è un lasso di tempo molto lungo, ma noi preferiamo fare giochi di qualità invece che rilasciare titoli troppo in fretta. Questa è la differenza tra una società indipendente e una compagnia che invece deve rendere conto agli azionisti".

"Il nostro obiettivo non è quello di abbassare i costi di produzione, ma di continuare a fare giochi di qualità in un ambiente diverso rispetto al solito dell'industria dei videogiochi. Siamo un piccolo lottatore che si scontra con dei giganti, ma siamo totalmente indipendenti nel senso che ci occupiamo autonomamente di ogni fase della creazione dei nostri giochi, distribuzione compresa".

Complessivamente, oggi Larian conta 70 impiegati distribuiti fra tutti i suoi studi.


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Un primo sguardo a Deus Ex Mankind Divided

Written By Unknown on Kamis, 09 April 2015 | 23.04

Il primo trailer cinematogafico di Deus Ex Mankind Divided è spettacolare e ispiratore. Seguito diretto di Human Revolution, Mankind Divided farà parte del programma Gaming Evolved di AMD, e beneficerà del supporto Microsoft DirectX 12 e AMD TressFX grazie al nuovo Dawn Engine.


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Popcorn Time disponibile su iOS in barba a tutte le restrizioni di App Store

Nei primi mesi dello scorso anno si è molto parlato di Popcorn Time, un'applicazione per la fruizione gratuita di film in streaming naturalmente con vie illecite. L'obiettivo era quello di rendere il download di contenuti multimediali pirata semplice come la riproduzione di film sui canali leciti, come ad esempio Netflix, o l'italiano Infinity.

Popcorn Time su iOS
Fonte: TheNextWeb

Il problema è che Popcorn Time è riuscito nel proprio obiettivo, consegnando un servizio con trasferimenti in peer-to-peer (del tutto trasparenti per l'utente) di grande qualità con prestazioni paragonabili, se non superiori, ai servizi più blasonati del settore. Dopo essere sbarcato su Android e Chromecast, Popcorn Time è riuscito a valicare anche le ferree restrizioni di App Store.

Il servizio illecito di video streaming è oggi disponibile anche su iPhone e iPad con software non modificato, senza jailbreak quindi. Il tutto è possibile attraverso un installer da eseguire su un PC Windows, con il quale appunto installare l'applicazione sul dispositivo iOS senza troppe procedure complesse. Ad oggi non è difficile prevedere quale sarà la reazione di Apple e siamo sicuri che sarà solo questione di tempo.

Il team alla base del servizio ne è comunque consapevole: "I ragazzi che hanno sviluppato l'installer non hanno dubbi che questo sarà un lungo percorso in cui si giocherà al gatto e topo con Apple", ha dichiarato a TNW. "(Apple) probabilmente non gradirà che è stato infranto il suo ecosistema chiuso. Ma considerando il loro lavoro attuale, e i futuri aggiornamenti previsti per l'installer su cui stanno già lavorando, possiamo dire che siamo già pronti ad affrontare ogni ostacolo che Apple lancerà in questo percorso".

Popcorn Time su iOS

Ad oggi, dopo un anno dalla sua diffusione di massa, nessuno è riuscito ad ostacolare Popcorn Time, ed è probabile che i ragazzi alla base dello sviluppo dell'installer per iOS sappiano quello che dicono. L'applicazione per iOS è comunque parecchio primordiale ad oggi: l'interfaccia non è per niente curata e le prestazioni decisamente migliorabili, ma per molti utenti l'importante è poter disporre di una corposa libreria di contenuti pirata (in lingua inglese e con eventuali sottotitoli).

Ma la vera notizia non è la presenza di Popcorn Time sui dispositivi iOS, ma che l'intero ecosistema è stato scardinato da un prodotto che viola in maniera palese le norme principali di App Store, il tutto senza nemmeno scomodare il jailbreak.


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YouTube presto anche a pagamento per rimuovere i banner pubblicitari

Arriverà entro la fine dell'anno il servizio di abbonamento a pagamento di YouTube rivolto a chiunque odia i banner commerciali. Se per questi utenti la novità potrebbe essere positiva, apparentemente le notizie non sono così piacevoli per i partner del servizio, che saranno costretti ad accettare le nuove direttive. La novità è stata annunciata da una lettera inviata da YouTube a tutti i partner, ovvero a coloro che caricano video sul servizio guadagnando con le visualizzazioni.


Clicca per visualizzare la lettera per intero

La lettera non specifica quanto sarà l'importo richiesto, probabilmente di circa 10 dollari mensili secondo quanto rivelato da Bloomberg. I partner, inoltre, non potranno che accettare i nuovi termini altrimenti tutti i video caricati saranno impostati come privati. Il tutto, nonostante siano anche previsti dei cambiamenti sulle metodologie per i pagamenti applicate da Google e rivolte ai "professionisti" del Tubo.

La spiegazione non risulta ad oggi delle più chiare: "YouTube ti pagherà il 55% del totale dei ricavi netti rilevati da YouTube dagli abbonamenti attribuibili alle views mensili o al tempo di visione impiegato sui tuoi contenuti come percentuale delle views mensili o del tempo di visione di tutti o di parte dei contenuti partecipanti alla relativa offerta di sottoscrizione", scrive testualmente YouTube nella lettera.

Spiegando poi in termini più semplici: "In sostanza, se qualcuno paga per una sottoscrizione e guarda un tuo video, riceverai una percentuale del canone pagato dall'utente sulla base di quanto stabilito da YouTube, come accade adesso con la pubblicità". La società non ha ancora stabilito se si tratta di un "piccolo quantitativo di denaro" o meno, e non è facile prevedere al momento se l'iniziativa sarà un successo (e i partner ne godranno i vantaggi) o meno.

Il nuovo piano di abbonamenti verrà introdotto parallelamente al servizio YouTube Music Key, anch'esso a pagamento, ma sarà naturalmente slegato da quest'ultimo. La società non ha annunciato ufficialmente le tempistiche del rilascio della nuova opzione, tuttavia i nuovi termini saranno validi a partire dal prossimo mese di giugno, elemento che fa pensare che la novità sia tutt'altro che lontana.

Un'ottima opzione per chi detesta le interruzioni pubblicitarie, ma al tempo stesso sostanzialmente inutile. Su YouTube i banner sono facilmente aggirabili con accortezze minime e del tutto gratuitamente, anche se parliamo di pratiche con le quali non si supporta economicamente un sito, YouTube per l'appunto, che necessita di notevoli investimenti sul piano della gestione dell'infrastruttura. Del resto, gli utenti infastiditi dalle pubbicità sanno già come rimuoverle, mentre gli altri probabilmente non si fanno troppi problemi in merito.

Un abbonamento di 10$ mensili solo per ridurre l'impatto della pubblicità sul sito sembra forse un po' eccessivo, anche se la novità potrebbe venire accompagnata da feature aggiuntive come l'accesso a canali specifici, o da un aumento della presenza degli sponsor per gli utenti non paganti, e questo di certo non ci piacerebbe, non ci piacerebbe per niente.


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TSMC, aggiornamenti sulle roadmap per i 16nm e i 10nm

La fonderia taiwanese TSMC ha annunciato i piani per il debutto di una nuova versione, più compatta ed energicamente meno dispendiosa, del processo FinFET a 16 nanometri e ha svelato la tabella di marcia per i nodi di processo futuri. La compagnia intanto avvierà la produzione in volumi del processo 16nm FinFET Plus (16FF+) nel corso della metà dell'anno e a partire dal prossimo anno avvierà le operazioni di un nuovo stabilimento che si concentrerà sulla produzione a 10 nanometri. A darne notizia è il sito web EEtimes.

TSMC afferma che i chip prodotti utilizzando il processo 16FF+ saranno contraddistinti da prestazioni superiori del 10% rispetto ai nodi concorrenti, consumeranno il 50% in meno di un SoC da 20nm e avranno un cycle time doppio rispetto a quello dei chip a 20 nanometri. La fonderia avrà oltre 50 tape-out entro la fine dell'anno che copriranno processori applicativi, GPU, processori per il campo automotive e networking.

Mark Liu, co-CEO di TSMC, ha inoltre osservato che l'azienda ha collaborato con ARM su un processore Cortex-A72 che fa leva sul processo 16FF+ per ottenere prestazioni 3,5 volte superiori rispetto ad un processore Cortex A-15 (alla base di NVIDIA Tegra 5 e Samsung Exynos 5 e prodotto a 32/28nm con possibilità di arrivare a 22nm) consumando al contempo il 75% in meno di energia. TSMC e ARM continueranno a collaborare anche sulla prossima generazione di processi produttivi.

La compagnia ha inoltre sviluppato il prcesso 16FFC, una versione più compatta, per i prodotti consumer, dispositivi wearables e smartphone di fascia media e bassa. Questo processo riduce il consumo energetico del 50% rispetto a quanto possibile con le soluzioni attuali e i tapeout dei prodotti sono attesi nella seconda metà del 2016.

Mentre la tecnologia TSMC a 16 nanometri arriverà comunque non prima dell'estate, la compagnia ha già illustrato le tempistiche indicative per il processo a 10 nanometri. Questo processo avrà una densità più che doppia rispetto al processo a 16 nanometri assieme ad un guadagno di prestazioni del 20% e ad una riduzione dei consumi del 40%. TSMC ha già dato dimostrazione di un chip SRAM da 256MB realizzato con questo processo. L'azienda taiwanese si aspetta di poter essere in produzione entro la fine del 2016, per la produzione in volumi nella prima parte del 2017.


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