Firma digitale, ultimo tassello alla dematerializzazione completa

Written By Unknown on Sabtu, 17 November 2012 | 23.59

Sulle pagine di Businessmagazine abbiamo già avuto modo, in passato, di trattare il tema della dematerializzazione, ovvero quel processo che ha come obiettivo ultimo la creazione di un flusso di documenti digitali aventi pieno valore giuridico, che vada prima ad affiancare e poi, sul lungo periodo, a sostituire la normale documentazione cartacea presente negli archivi di qualunque attività pubblica o privata.

Senza dilungarci troppo nell'argomento, la dematerializzazione porta con sé una serie di vantaggi pratici rappresentati in prima istanza dall'incremento di efficienza e la riduzione dei costi. La gestione del tradizionale documento cartaceo è infatti particolarmente onerosa e, se vogliamo, carente da diversi punti di vista: difficoltà di condivisione, facilità di smarrimenti, elevati tempi di ricerca e via discorrendo.

Abbiamo detto poco sopra che la dematerializzazione permette di produrre documenti digitali che abbiano pieno valore giuridico. Ciò significa, tra le varie cose, che anche con i documenti elettronici sarà necessario adottare un sistema che consenta di accertare in maniera chiara ed univoca il sottoscrittore di un documento. Nella tradizionale gestione della documentazione cartacea ciò è rappresentato dalla firma autografa: la firma apposta di pugno da chiunque sottoscriva un documento è considerato un elemento distintivo aventi caratteristiche uniche e personali.

Perché, quindi, non applicare un concetto simile anche al documento elettronico? Si tratta della firma digitale, un concetto già in uso da qualche anno e che sta ultimamente assumendo un'importanza via via maggiore proprio grazie alla spinta verso una gestione documentale sempre più digitalizzata.

E' dalla seconda metà degli anni '70 che è iniziato a circolare il concetto di firma digitale con la descrizione da parte di Whifield Diffie e Martin Hellman del primo schema di firma digitale, seppur fermo ad una fase concettuale. Solamente qualche anno dopo, nel 1977, venne inventato l'algoritmo RSA da Ronald Rivest, Adi Shamir e Len Adleman che consentì di gettare le basi per realizzazione dei primi schemi di firma digitale. Nel 1989 è stato Lotus Notes 1.0 il primo software largamente disponibile in grado di usare l'algoritmo RSA. Da allora gli studi e le tecnologie legati alla firma digitale sono proseguiti su un cammino evolutivo che ha portato, per varie tappe, alle tecnologie di firma digitale che possiamo disporre oggi.

Abbiamo avuto occasione di approfondire il tema della firma digitale con Roberto Baudizzone, amministratore delegato di Biosign Srl, joint-venture tra Comped (specializzata proprio in soluzioni di firma elettronica) e Medas (realtà che opera nel campo dell'informatica medicale), con il quale, oltre a conoscere meglio il principio di funzionamento ed i campi di applicazione della firma digitale, esploreremo la nuova strada evolutiva di questo concetto rappresentata dalla firma grafometrica.


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