Le API per XBox One prendono il nome di DirectX 11.x

Written By Unknown on Kamis, 17 Oktober 2013 | 23.04

Nei giorni scorsi Microsoft, con questo post di blog ufficiale, ha fornito alcune indicazioni dirette sulla versione di Direct3D che verrà utilizzata per la console Xbox One, attesa al debutto sul mercato il prossimo mese.

Nello specifico Microsoft indica con il nome di Direct3D 11.x le API della nuova console Xbox One, API che sono un superset delle API Direct3D 11.2   destinate ai sistemi PC tradizionali. Su di esse Microsoft ha fornito solo alcune informazioni di riferimento, indicando come siano state sviluppate per sfruttare al meglio le peculiarità dell'architettura della nuova console.

La conseguenza diretta per gli sviluppatori di videogiochi sarà quella di avere accesso ad una programmazione cosiddetta "close to metal", con la quale cioè sia possibile interfacciarsi alle componenti hardware nel modo più diretto possibile onde sfruttarne al massimo le potenzialità teoriche evitando per quanto possibile l'overhead.

Il connubio ideale è quello di mettere a disposizione degli sviluppatori una API di alto livello, così da facilitare la programmazione, ma allo stesso tempo evitando che questa generi eccessivo overhead e quindi non sfrutti in modo efficiente l'hardware a disposizione. Questo risultato è particolarmente ostico in ambiente PC, per via della combinazione di componenti e architetture differenti, mentre in ambito console risulta molto più agevole essendo questa basata sempre sugli stessi componenti hardware. Anche per questo motivo, pur in presenza di architetture molto simili, una console viene sfruttata più a fondo per quanto riguarda le proprie potenzialità di elaborazione massime teoriche rispetto a quanto accada con un PC equivalente.

Microsoft ha inoltre precisato come non siano disponibili con Xbox One altre API come OpenGL oppure Mantle, l'API annunciata da AMD alcune settimane fa e che è compatibile con le architetture grafiche della famiglia Graphics Core Next. AMD non ha fatto tardare una risposta diretta, attraverso un proprio account Twitter,  specificando come Mantle non sia stato sviluppato per l'ambiente delle console ma per il mondo dei PC.

Del resto il fine di Mantle è quello di mettere nelle mani degli sviluppatori un approccio alla programmazione che tenda ad essere di alto livello, ma contestualmente creando codice che lavori direttamente sull'hardware a disposizione nel modo più diretto possibile e in questo modo eliminando buona parte dell'overhead che caratterizza l'approccio delle API per PC e che non permette di sfruttare al meglio tutta la potenza di elaborazione a disposizione del sistema.


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