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Crescono le vendite di server grazie a x86 ma cala il fatturato

Written By Unknown on Kamis, 27 Februari 2014 | 23.05

Tanto IDC come Gartner hanno pubblicato dati aggiornati al quarto trimestre 2013 incentrati sulle vendite di soluzioni server a livello globale. Si tratta di un mercato che registra due dinamiche molto chiare: aumento nel numero di server venduti ma contrazione nel fatturato complessivo.

Prendendo i dati del 2013 il confronto con il 2012 vede, secondo Gartner, un aumento nel numero di sistemi venduti del 2,1% ma una contrazione del 4,5% per quanto riguarda il fatturato complessivo. Questa dinamica è legata ad una domanda che si sta da tempo sempre più spostando verso soluzioni x86 di ridotte dimensioni e costo, essendo calato l'interesse verso sistemi RISC e Unix di più elevate dimensioni e costi.

Osservando i dati di vendita del quarto trimestre 2013 emerge una posizione di sostanziale pareggio, in termini di fatturato complessivo, tra HP e IBM con una quota di mercato che è per entrambe di poco inferiore al 27%. Segue Dell con il 14,5%, mentre Cisco e Oracle seguono appaiate con rispettivamente il 4,5% e il 4,1%. Le vendite dei restanti produttori del settore, inclusi quelli ODM diretti, incide per circa il 23,5% del totale di mercato.

Gartner fornisce alcuni dati anche per quanto riguarda il mercato EMEA, dove la situazione non è complessivamente delle migliori. Il fatturato complessivo registra un calo nel quarto trimestre 2013 del 6,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre in termini di numero di server venduti la contrazione è pari al 2,5%. Su base annuale nel 2013 la contrazione in termini di fatturato è stata pari al 6,3%, mentre prendendo quale riferimento il numero di server venduti il calo è stato del 5,6%.

Le aspettative degli analisti sono di una ripresa nelle vendite generata da una nuova serie di aggiornamenti dei sistemi attualmente in produzione. I primi risultati concreti dovrebbero materializzarsi nel corso della prima metà del 2014, con vendite che riteniamo continueranno ad essere sempre più spostate come quota di fatturato verso sistemi x86 e verso approcci in cluster.


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Microsoft Windows XP dopo 12 anni destinato al pensionamento

Era l'ottobre del 2001 quando Microsoft iniziò la commercializzazione di Windows XP, un prodotto la cui diffusione ha raggiunto traguardi notevoli e che ancor oggi, a distanza di 12 anni, continua a essere molto utilizzato. Windows XP avrebbe dovuto terminare il proprio ciclo di vita alcuni anni fa, ma l'elevata diffusione e la pressione di alcuni OEM hanno suggerito a Microsoft di estendere a più riprese la durata del supporto garantito agli utenti finali. Il prossimo 8 di aprile sarà però una data improrogabile: Microsoft è determinata nel voler sospendere ogni forma di supporto. Oltre tale data non verranno più rilasciati aggiornamenti di sicurezza e le possibili nuove vulnerabilità rimarranno irrisolte.

Microsoft e parecchi esperti di sicurezza sono concordi nel giudicare Windows XP un prodotto datato, superato e non più adatto alle attuali esigenze dell'utenza soprattutto in relazione ai problemi di sicurezza. Nelle prossime pagine ci addentreremo meglio nell'argomento proponendo una serie di motivazioni che giustificano un rapido aggiornamento dei sistemi ma ora, per comprendere meglio la situazione, presentiamo alcuni elementi che mostrano il problema nella sua integrità.

A meno di due mesi dal termine ufficiale del supporto di Windows XP il 24% delle piccole e medie aziende italiane lavora con questo sistema operativo con oltre l'80% del parco PC aziendali; mentre tra i singoli utenti privati, il 16% ha un computer con il sistema operativo di oltre 12 anni fa. Inoltre, la maggior parte delle aziende (58%) e dei consumatori finali (71%) è a conoscenza del fatto che a partire dall'8 Aprile 2014 non saranno più disponibili gli aggiornamenti automatici per la sicurezza, ma ciononostante c'è ancora una larga fetta di utenti che non hanno pianificato di migrare a un sistema operativo più moderno.

Questi dati confermano una situazione spesso ipotizzata: sia tra le aziende sia tra gli utenti finali manca la consapevolezza in merito ai problemi di sicurezza. Precisiamo che i dati sopracitati si riferiscono a ricerche condotte da Microsoft con IDC e si riferiscono a un panel di riferimento costituito da 13.000 utenti di Windows XP.

Anche nel Rapporto Clusit 2013, fonte più neutrale rispetto alla precedente, si conferma l'ampia diffusione di sistemi operativi e applicazioni datate anche su postazioni utilizzate per l'esecuzione di applicazioni legacy di tipo critico. In questi dati non compare il nome preciso di Windows XP ma è lecito ipotizzare che il sistema operativo di Microsoft con 12 anni di anzianità rientri nella tipologia di PC presi in considerazione.

Se ci limitiamo a considerare i problemi di sicurezza circoscritti alla sola navigazione Web o alle possibili infezioni virus provenienti dalla posta elettronica - problematiche tipiche di una decina di anni fa - il termine del supporto di Windows XP potrebbe avere un ridotto interesse. Ma la situazione oggi è ben differente: i malware sfruttano le vulnerabilità dei sistemi operativi, di applicazioni specifiche o - ancor più di frequente - di plug-in usati dai browser web. Queste vulnerabilità, potenzialmente, danno accesso a dati, eseguono codice malevolo da remoto e installano componenti di difficile individuazione anche con suite di sicurezza aggiornate.

È questo lo scenario reale nel quale ci si trova oggi e nel quale un sistema Windows XP privo di costanti aggiornamenti incontrerà problemi, anche installando su tali sistemi un completo set di strumenti per la sicurezza.

L'8 aprile sarà anche la data finale per il supporto a Office 2003 e Exchange 2003: da tale data chi continuerà a utilizzare questi software si esporrà al rischio derivante da nuove possibili vulnerabilità che verranno individuate, e potenzialmente sfruttate da exploit. L'8 aprile quindi Windows XP, Office 2003 e Exchange 2003 non smetteranno di funzionare ma saranno solo molto più vulnerabili rispetto ad altri software più recenti. È anche verosimile immaginare che proprio l'ampia diffusione di Windows XP possa indurre l'industria del malware a realizzare attacchi mirati proprio per questi sistemi.


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Microsoft Windows XP dopo 12 anni destinato alla pensione

Era l'ottobre del 2001 quando Microsoft iniziò la commercializzazione di Windows XP, un prodotto la cui diffusione ha raggiunto traguardi notevoli e che ancor oggi, a distanza di 12 anni, continua a essere molto utilizzato. Windows XP avrebbe dovuto terminare il proprio ciclo di vita alcuni anni fa, ma l'elevata diffusione e la pressione di alcuni OEM hanno suggerito a Microsoft di estendere a più riprese la durata del supporto garantito agli utenti finali. Il prossimo 8 di aprile sarà però una data improrogabile: Microsoft è determinata nel voler sospendere ogni forma di supporto. Oltre tale data non verranno più rilasciati aggiornamenti di sicurezza e le possibili nuove vulnerabilità rimarranno irrisolte.

Microsoft e parecchi esperti di sicurezza sono concordi nel giudicare Windows XP un prodotto datato, superato e non più adatto alle attuali esigenze dell'utenza soprattutto in relazione ai problemi di sicurezza. Nelle prossime pagine ci addentreremo meglio nell'argomento proponendo una serie di motivazioni che giustificano un rapido aggiornamento dei sistemi ma ora, per comprendere meglio la situazione, presentiamo alcuni elementi che mostrano il problema nella sua integrità.

A meno di due mesi dal termine ufficiale del supporto di Windows XP il 24% delle piccole e medie aziende italiane lavora con questo sistema operativo con oltre l'80% del parco PC aziendali; mentre tra i singoli utenti privati, il 16% ha un computer con il sistema operativo di oltre 12 anni fa. Inoltre, la maggior parte delle aziende (58%) e dei consumatori finali (71%) è a conoscenza del fatto che a partire dall'8 Aprile 2014 non saranno più disponibili gli aggiornamenti automatici per la sicurezza, ma ciononostante c'è ancora una larga fetta di utenti che non hanno pianificato di migrare a un sistema operativo più moderno.

Questi dati confermano una situazione spesso ipotizzata: sia tra le aziende sia tra gli utenti finali manca la consapevolezza in merito ai problemi di sicurezza. Precisiamo che i dati sopracitati si riferiscono a ricerche condotte da Microsoft con IDC e si riferiscono a un panel di riferimento costituito da 13.000 utenti di Windows XP.

Anche nel Rapporto Clusit 2013, fonte più neutrale rispetto alla precedente, si conferma l'ampia diffusione di sistemi operativi e applicazioni datate anche su postazioni utilizzate per l'esecuzione di applicazioni legacy di tipo critico. In questi dati non compare il nome preciso di Windows XP ma è lecito ipotizzare che il sistema operativo di Microsoft con 12 anni di anzianità rientri nella tipologia di PC presi in considerazione.

Se ci limitiamo a considerare i problemi di sicurezza circoscritti alla sola navigazione Web o alle possibili infezioni virus provenienti dalla posta elettronica - problematiche tipiche di una decina di anni fa - il termine del supporto di Windows XP potrebbe avere un ridotto interesse. Ma la situazione oggi è ben differente: i malware sfruttano le vulnerabilità dei sistemi operativi, di applicazioni specifiche o - ancor più di frequente - di plug-in usati dai browser web. Queste vulnerabilità, potenzialmente, danno accesso a dati, eseguono codice malevolo da remoto e installano componenti di difficile individuazione anche con suite di sicurezza aggiornate.

È questo lo scenario reale nel quale ci si trova oggi e nel quale un sistema Windows XP privo di costanti aggiornamenti incontrerà problemi, anche installando su tali sistemi un completo set di strumenti per la sicurezza.

L'8 aprile sarà anche la data finale per il supporto a Office 2003 e Exchange 2003: da tale data chi continuerà a utilizzare questi software si esporrà al rischio derivante da nuove possibili vulnerabilità che verranno individuate, e potenzialmente sfruttate da exploit. L'8 aprile quindi Windows XP, Office 2003 e Exchange 2003 non smetteranno di funzionare ma saranno solo molto più vulnerabili rispetto ad altri software più recenti. È anche verosimile immaginare che proprio l'ampia diffusione di Windows XP possa indurre l'industria del malware a realizzare attacchi mirati proprio per questi sistemi.


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Quip, l'editor di testi gratuito per Android si aggiorna con nuove funzioni

Quip è un editor di testi creato da Bret Taylor, ex-CTO di Facebook, e da Kevin Gibbs, fondatore di Google App Engine e Google Suggest. Lanciata lo scorso dicembre, la versione mobile per Android è stata aggiornata alla versione 1.6, forte del grosso successo di pubblico conseguito sino ad ora.

Quip, editor di testi per Android

L'app consente di "combinare documenti e messaggi in un unico thread di aggiornamenti", in modo da visualizzare una cronologia degli aggiornamenti che rende più semplice la condivisione dei contenuti. La versione 1.6 annovera alcune novità al fine di rendere ancora più facile la creazione, la condivisione e l'organizzazione dei file in seguito alla migrazione di tutti i documenti. Quip diventa inoltre disponibile in sette ulteriori store di applicazioni Android, tra cui Kindle Fire, Yandex (motore di ricerca Russo) e 360 Mobile Assistant, il più grande app store della Cina.

Fra le novità principali del nuovo aggiornamento riportiamo la possibilità di iniziare ad usare Quip senza un account, che verrà richiesto solo nel momento in cui si vorrà iniziare a collaborare con altri utenti. Documenti e messaggi adesso vengono sincronizzati automaticamente anche se l'app non è stata aperta. L'aggiornamento permette inoltre di importare facilmente documenti di Microsoft Word, o contenuti da Dropbox, Google Drive e Evernote. I documenti saranno comunque convertiti in un formato compatibile con Quip.

Quip è un elaboratore di testi gratuito e multi-piattaforma, a cui è possibile accedere da desktop tramite browser web, a questo indirizzo previa registrazione, e su mobile attraverso le applicazioni disponibili sia su App Store che su Google Play


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Backup4all

scheda aggiornata 19 minuti fa

Backup4all è una utility di backup che permette di creare backup, anche protetti da password, in formato .zip. L'interfaccia è semplice ed intuitiva ma competa, in grado di accontentare sia il principiante che il professionista. Previsti tutti i tipi di backup: full, incrementale, differenziale e mirror.


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SteamOS: come installarlo su un normale PC e recensione

Written By Unknown on Sabtu, 01 Februari 2014 | 23.59

Nelle ultime settimane si è dato tanto spazio alle Steam Machine, che sono diventate il trending topic numero uno nel mondo dei videogiochi. Al CES hanno conquistato le attenzioni degli addetti del settore e non, e qualche giorno dopo sono tornate alla ribalta grazie agli Steam Dev Days, dove Valve ha consentito ai suoi partner provenienti dal mondo dello sviluppo di videogiochi di toccarle con mano.

SteamOS

Se al CES ha annunciato diverse partnership, che coinvolgono anche mostri sacri del mondo PC come Alienware e Gigabyte, o come l'italiana Next, Valve lo ha fatto per catturare le attenzioni dei giocatori. Ha parlato anche di rivisitazione del già famoso Steam Controller, ovvero del nuovo sistema che sta alla base dell'interfacciamento con le Steam Machine. Non ci sarà il touchscreen come previsto inizialmente, e torneranno i classici pulsanti a diamante, come abbiamo visto qui.

Ma, e abbiamo cercato di capirlo anche toccando con mano SteamOS installandolo su un normale PC, quante possibilità ha Valve di riuscire nei suoi intenti? Per rispondere, innanzitutto, dobbiamo capire quali sono i suoi scopi: possiamo, sommariamente, dire che vuole creare un'altra piattaforma di riferimento nel mondo del gaming, che in qualche modo sia alternativa alle console, e che catturi parte dei vantaggi che dà il PC in termini di apertura e di personalizzazione. Naturalmente questo comporta il dover affrontare sfide tutt'altro che indifferenti, come guadagnare posizioni sulla piattaforma Windows/DirectX, ormai incredibilmente ottimizzata, e conquistarsi il favore degli sviluppatori più abili, cosa in cui eccelle il mondo delle console.

D'altra parte, negli ultimi giorni sono arrivate notizie poco rassicuranti a proposito del livello di personalizzazione delle Steam Machine di Alienware. Non è detto che gli altri produttori di Steam Machine procedano allo stesso modo, ma Alienware ha fatto sapere che i suoi sistemi non saranno potenziabili e che, piuttosto, ne verrà rilasciato uno nuovo per ogni anno. Insomma, una notizia che lascia delusi tutti coloro che si aspettavano un livello di apertura totale da SteamOS e dalle Steam Machine, come aveva più volte ribadito lo stesso Gabe Newell.

SteamOS

D'altra parte SteamOS non è un sistema propriamente aperto se lo si usa in modo tradizionale. Certo, tutte le componenti base del sistema operativo sono open-source, come da tradizione per Linux. Ma il client Steam su cui è basata la parte cruciale del sistema è proprietario, e non modificabile come non lo sono la dasbhboard delle Xbox o la Xross Media Bar delle PlayStation. Ma la sfida più grande da affrontare rimane quella della piattaforma Linux, perché, come ben noto, le DirectX, ovviamente non disponibili su Linux, sono da tempo il punto di riferimento per gli sviluppatori di videogiochi.

Cercheremo di esaminare tutte queste criticità nel corso dell'articolo, non prima però di aver fornito qualche dritta sull'installazione dello SteamOS su un normale PC. Prima di lanciarci in questo irto percorso, però, come ha fatto anche Valve, avvisiamo i lettori che l'installazione di SteamOS è consigliata solamente a coloro che hanno un minimo di dimestichezza con Linux. Bisogna lavorarci un po' e alla fine non si ottiene molto di più che la Modalità Big Picture già disponibile su Windows (con qualche feature in meno, a dire la verità).

Installare SteamOS, d'altra parte, consente di avere una partizione del disco completamente dedicata ai videogiochi, accedendo alla quale si ha un sistema chiuso, regolato dallo SteamOS, grazie al quale si può accedere, in maniera più immediata e gradevole, alla libreria dei giochi Steam compatibili con Linux.


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Ecco perché King ha registrato il trademark 'Candy'

GamesBeat ha creato un elenco con 19 giochi presenti negli store digitali Apple e Google, che nel loro titolo ricordano, più o meno vagamente, Candy Crush Saga. Si tratta evidentemente di giochi che cercano di sfruttare il successo del popolare casual game di King, variandone la forma solo in minima misura, anche per quanto riguarda il titolo.

Candy Crush Saga

King negli ultimi giorni sta lottando con le autorità e con le proteste sulla rete per assicurarsi l'uso riservato, in ambito digitale ovviamente, di parole come 'Candy' e 'Saga'. "Candy Crush Saga è uno dei casual game di maggior successo della storia, e milioni di persone ci giocano ogni giorno", ha scritto qualche giorno fa Riccardo Zacconi, CEO di King, in una lettera aperta. "Non sorprende che alcuni sviluppatori abbiano visto l'opportunità di sfruttare la popolarità del gioco e abbiano rilasciato dei giochi con titoli o elementi grafici molto simili ai nostri. Crediamo che sia giusto e ragionevole difenderci da tali imitazioni".

I giochi più popolari di King, oltre Candy Crush Saga, sono Bubble Witch Saga, Farm Heroes Saga, Pet Rescue Saga. Questi giochi non contengono nel titolo la parola 'Candy', ma vengono clonati molto frequentemente, proprio come succede con Candy Crush. Nella lista preparata dai giornalisti di GamesBeat troviamo giochi come Bubble Crush Saga, che addirittura combina due giochi King nello stesso titolo; Candy Monster: Crush Rush Saga, il quale non solo contiene nel titolo l'intero nome del gioco King, ma ha anche come logo un animaletto molto simile all'Om Nom di Cut the Rope; Bubble Witch Saga Night e Bubble Witch Saga King, dai titoli, perlomeno, improbabili. C'è anche un gioco con un nome lunghissimo: sembra proprio che l'autore abbia preso tutti i termini di ricerca popolari e li abbia messi insieme, sfornando un titolo che, oltretutto, sulla base dei commenti, sembra a dir poco approssimativo. Ecco la lista completa di GamesBeat:

1. Candy Monster: Crush Rush Saga (Google Play Store)
2. Candy Pony Run: Sweet Saga (Google Play Store)
3. Bubble Crush Saga (Google Play Store)
4. Candy Blast Saga (Google Play Store) 
5. Candy Roll Saga (Google Play Store)
6. GMO War! Farm Saga (Google Play Store)
7. Jewels Crush Saga (Google Play Store)
8. Coin Crush Saga (Google Play Store)
9. Planet Crush Saga (Google Play Store)
10. Pocket Candy Monster Saga (Google Play Store)
11. Bubble Witch Saga Night (Google Play Store) 
12. Bubble Witch Saga King (Google Play Store)
13. Zombie Crush Saga (Google Play Store)
14. Candy Heroes (App Store)
15. Pet Bubble Rescue (App Store)
16. Candy Blitz Saga Crush (App Store)
17. A Bubble Mania Seasons Tap Diamond Dash Pop Shooter Safari: Jewel Dragon Gem Legend World Saga 2 Game Best Fun For Kids Boys and Girls Addictive Arcade Action Love Family Relax Music Adventure (App Store)
18. Block Crush Saga (Google Play Store e App Store)
19. Jewel Blitz Crush Saga (Google Play Store e App Store)


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IBM realizza un nuovo chip analogico in grafene

Gli ingegneri IBM hanno costruito il più avanzato chip al mondo basato sul grafene, con prestazioni che sono 10 mila volte superiori a quelle mostrate da precedenti circuiti integrati in grafene. La chiave per la scoperta è una nuova tecnica di produzione che permette al grafene di essere depositato sul chip senza che questo venga danneggiato, una cosa precedentemente molto difficile da ottenere.

Ma l'aspetto ancor più importante della ricerca condotta da IBM è la possibilità di utilizzare il nuovo metodo in abbinamento con i processi CMOS standard. In altri termini si tratta di un passo che permette al settore di avvicinarsi enormemente alla produzione commerciale di chip in grafene.

Il team di IBM Research ha realizzato un ricevitore RF su un normale wafer in silicio da 200mm, utilizzando un processo di produzione CMOS standard. Si tratta di un chip analogico convenzionale, con resistori, transistor e condensatori, ma dove i canali dei transistor sono realizzati in grafene. Il chip si occupa semplicemente di ricevere segnali radio alla frequenza di 4,3GHz.

La vera rivoluzione sta proprio nella produzione: precedentemente tutti i tentativi di produrre chip con transistor con grafene sono stati basati su processi BEOL (Back End Of Line) dove i componenti attivi - gli stessi transistor - vengono costruiti dapprima sul wafer mentre i componenti passivi sono aggiunti in un secondo momento. Il problema in questo caso è che, a fronte della fragilità e della bassa adesione del grafene, questo processo tende a danneggiare i proprio i transistor. Per aggirare il problema IBM ha invertito l'approccio costruendo dapprima i componenti passivi e solo dopo depositando uno strato di grafene per completare la realizzazione dei transistor.

Il grafene viene realizzato in fornace. Un foglio di rame viene collocato in un forno alla temperatra di 1050°C in atmosfera composta di metano, così da far depositare un singolo strato di grafene sul foglio. Il rame è dissolto con un bagno chimico, lasciando quindi solamente il foglio di grafene. Il wafer di silicio, con tutti gli elementi passivi già realizzati e collocati, è utilizzato per raccogliere il grafene dal bagno. E' il modo più semplice, attualmente conosciuto, per la realizzazione di grafene in grandi quantità, anche se in questo modo si ottiene un grafene di qualità non particolarmente elevata cui si aggiunge lo scarto del rame, rendendo il processo relativamente costoso ed inefficiente.

Pur trattandosi di un passo avanti importante, è comunque opportuno osservare che per ora si è fermi alla realizzazione di un chip analogico. IBM non ha ancora trovato un modo per dare al grafene tutta la bandgap necessaria per la realizzazione di logica digitale e quindi di processori basati sul grafene. L'attenzione di IBM, per i processori di prossima generazione, pare essere sui nanotubi di carbonio che sono in grado di offrire il bandgap ideale.

Se un domani dovesse essere possibile realizzare, con un metodo conveniente ed efficiente, grandi quantità di grafene ad elevata qualità, il nuovo metodo di produzione di chip analogici potrebbe comunque essere utilizzato per applicazioni radio e ottiche, in virtù della capacità del grafene di operare a frequenze di 500GHz, ben oltre a quanto possibile con qualsiasi materiale attualmente usato nelle applicazioni RF.


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Windows 8.1 Update 1: avvio diretto al desktop fra le novità

Nel primo Update di Windows 8.1, Microsoft potrebbe introdurre un'opzione per consentire la visualizzazione del desktop una volta avviato il sistema. Si tratta di una funzionalità già integrata in alcune versioni preliminari di Windows 8.1, ma non implementata nella release finale.

Secondo quanto riportato da Wzor, ormai popolare fonte di "leak" sull'argomento Windows, le versioni attuali di Windows 8.1 Update 1 hanno l'impostazione "boot-to-desktop" attiva in via predefinita. Dobbiamo specificare, tuttavia, che si tratta di un software ancora in fase di sviluppo e che potrebbe presentare numerose differenze nella sua versione definitiva.

Windows 8.1 Update 1

Nonostante si tratti di una modifica di minore entità (a cui l'utente può accedere anche nelle versioni attuali mediante operazioni non troppo complesse), cambia drasticamente la visione iniziale di Microsoft sul proprio sistema operativo desktop. In un primo momento era stata criticata alla società la scelta di forzare la visualizzazione dell'interfaccia ModernUI all'avvio del sistema operativo, mettendo come in secondo piano gli utenti che ancora dispongono dei tradizionali mouse e tastiera (privandoli inoltre del Menu Start classico).

Microsoft ha sempre considerato l'interfaccia Metro (poi battezzata ModernUI) come il futuro di Windows, una vetrina che permette agli sviluppatori di piazzare in bella vista le proprie applicazioni una volta avviato il dispositivo. La società sta sempre più vagliando la possibilità di introdurre un compromesso, dal momento che gli utenti che si approcciano ai PC con mouse e tastiera rappresentano ancora un'enorme maggioranza rispetto a chi usa Windows attraverso sistemi di input touch.

Da pochi giorni sono arrivati i primi commenti (leggasi frecciatine) da parte di Apple, che sembra avere un punto di vista decisamente differente rispetto al colosso di Redmond: la Mela crede che sia inutile unificare le interfacce di dispositivi differenti fra di loro, mentre gli sforzi di Microsoft proseguono verso la direzione opposta. Ma le novità di oggi fanno pensare a un dietro front e Windows 9 "Threshold" potrebbe allontanarsi sempre di più dal concetto iniziale di Microsoft.


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Lenovo acquista Motorola, 10 anni di Facebook, Opteron A1100 e Nokia con Android in TGTech

Paolo ci racconta qualcosa di Google e Lenovo, che hanno annunciato un accordo per la cessione, dalla prima alla seconda, di Motorola Mobile. Con questa manovra Google si impegna a meglio focalizzarsi su Android, mantenendo i brevetti sviluppati da Motorola nel corso degli anni, mentre Lenovo piunta sempre più ad una posizione di rilievo tra i produttori mondiali di smartphone.

Ormai lanciato, Paolo si tiene il microfono ansioso di raccontarci tutto delle nuove CPU AMD Opteron della serie A1100: si tratta delle prime CPU basate su architettura ARM a 64bit, specificamente sviluppate per sistemi server a basso consumo ed elevata densità di elaborazione dotate al proprio interno di un massimo di 8 core. Da marzo disponibile per partner e sviluppatori una reference board basata su questa CPU.

Sottratto il microfono a Paolo, Alessandro ci parla di alcuni problemi di Facebook, che nel frattempo festeggia i 10 anni di vita. Immaginate quanti dati possono aver caricato sul social network i ben 1,2 miliardi di utenti. Ecco, per alcuni di questi è stata trovata una soluzione abbastanza anomala, come anomalo è in fondo avere un database nell'ordine degli Exabyte.

Davide ci vuole convincere che presto vedremo terminali Nokia con sistema operativo Android: il progetto in codice è Normandy, e prevede con buona probabilità un vero e proprio attacco alla fascia di ingresso, ma non solo. Con estrema sicumera ci snocciola anche le specifiche tecniche di un modello. Ne sa.

Il fluente italiano dal bouquet siciliano di Rosario ci racconta cose molto interessanti. Ormai è tutto pronto per il debutto di Mantle, il set di API sviluppate da AMD che puntano a sfruttare al meglio l'architettura GCN su cui sono basate le ultime schede video Radeon. Uno dei modi per toccare sin da subito con mano i miglioramenti consentiti da Mantle è la demo Star Swarm di Oxide Games, già disponibile su Steam. Lo sviluppatore ha creato un motore grafico a 64 bit, chiamato Nitrous, che sfrutta il nuovo software per gestire epiche battaglie spaziali. In una singola scena di Star Swarm, infatti, si possono ammirare fra 3 e 5 mila navicelle combattere tra di loro. Ma in futuro avremo anche Thief e Star Citizen ottimizzati per Mantle.

Roberto ci espone inoltre le novità in campo fotografico, che per questa settimana prendono il nome di  Fujifilm X-T1 e Olympus OM-D E-M10. La prima è una mirrorless dal gusto vintage, che partendo dalla base del sensore X-Trans CMOS, offre un nuovo mirino dalle prestazioni decisamente migliorate. Ah giusto: ci sono anche molte ghiere e pulsanti personalizzabili. Sempre mirrorless e sempre old style è la Olympus OM-D E-M10, che rinuncia a qualcosa in fatto di caratteristiche rispetto alle sorelle maggiori, ma rilancia sul prezzo più competitivo. Buona visione.


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SwiftKey Note: disponibile su iOS una delle migliori tastiere predittive di Android

Pubblicata nel corso della settimana su App Store, SwiftKey Note è un'applicazione per la scrittura di appunti che permette agli utenti iOS di utilizzare una delle tastiere predittive migliori presenti su Android.

SwiftKey NoteSwiftKey NoteSwiftKey Note

La funzione è disponibile, tuttavia, solo all'interno dell'applicazione per via dei limiti intrinseci del sistema operativo, ma permette la sincronizzazione delle note scritte con Evernote, uno dei servizi di appunti multipiattaforma più diffusi in assoluto.

L'algoritmo predittivo di SwiftKey è progettato per adattarsi allo stile di scrittura dell'utente, offrendo delle proposte nella parte alta della tastiera per completare la stesura della parola in una frazione di tempo rispetto alla digitazione tradizionale.

Al momento sono presenti solo alcune delle lingue disponibili su Android, fra cui riportiamo la presenza dell'italiano, assieme ad inglese, spagnolo, francese e tedesco. L'utente potrà utilizzare sino a tre lingue contemporaneamente. Sono disponibili inoltre delle opzioni per la formattazione rapida del testo attivabili tramite gesture.


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Il primo smartphone Tizen già in vendita su eBay

Tizen è uno dei progetti più importanti di Samsung, ma anche quello dagli esiti più incerti. Posticipato più volte, la società sudcoreana ha annunciato un evento esclusivamente ad invito per il 23 febbraio in cui mostrerà i primi dispositivi con la piattaforma operativa. Fra questi è già apparso in foto ZEQ9000, o Zeke, caratterizzato da un design estremamente tipico per l'azienda con sede a Seoul.

Samsung SM-Z900S, smartphone Tizen

Si tratta di un nuovo sistema operativo proprietario di Samsung e Intel sviluppato unendo elementi dei precedenti Bada OSLiMo e MeeGo. Tizen potrebbe rappresentare un primo tentativo di Samsung di separarsi da Google e dal suo Android, sistema operativo che viene utilizzato in lungo e largo su una consistente parte della line-up di smartphone del produttore hardware.

Nelle scorse ore è apparsa tuttavia una nuova testimonianza di SM-Z900S su eBay, all'interno di un'inserzione che poneva in vendita uno fra gli smartphone utilizzati dagli sviluppatori per poter progettare le proprie applicazioni sul nuovo sistema operativo. Il dispositivo era venduto al prezzo di 300$, con il titolo "New Tizen Samsung SM-Z9005 smartphone for apps development".

Samsung SM-Z900S, smartphone Tizen

Al momento in cui scriviamo l'inserzione risulta già conclusa, ma sono state diffuse le fotografie inserite all'interno della vendita. Il design appare decisamente diverso rispetto a quello che avevamo visto con Zeke, probabilmente per l'uso di un bumper che serve non solo a proteggere il dispositivo, ma anche a camuffare le scelte estetiche operate dal produttore.

È trapelato, invece, poco riguardo alle specifiche tecniche dello smartphone: al momento si sa solo che SM-Z900S ha un display da 4,7" e 16GB di storage integrato.


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