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Fable Legends sarà free-to-play

Written By Unknown on Sabtu, 28 Februari 2015 | 23.59

Il titolo multiplayer annunciato all'E3 2014, e attualmente in fase di sviluppo presso Lionhead Studios, sarà free-to-play, come si può leggere sul sito ufficiale del gioco. Questo vuol dire che i giocatori potranno accedere liberamente a tutta la storyline e alle quest di questo titolo multiplayer 4 vs 1.

Fable Legends

"Potrete giocare Fable Legends dall'inizio alla fine senza spendere un centesimo", dice David Eckelberry, game director di Lionhead. "Questo vuol dire che avrete accesso all'intera storyline di Fable Legends e a tutte le quest che rilasceremo quest'anno e dopo".

Come guadagneranno allora Microsoft e Lionhead? Qualsiasi oggetto di equipaggiamento che renda gli eroi o le creature sotto il loro controllo più potenti potrà essere acquistato con l'argento, spiegano gli sviluppatori. E l'argento si guadagnerà semplicemente giocando. "Tutto quello che ha un impatto sul gameplay potrà essere ottenuto giocando", puntualizzano.

Ma in Fable Legends ci sarà anche una valuta ottenibile con denaro reale. Si tratta dell'oro, che potrà essere utilizzato per acquistare gli oggetti di equipaggiamento che possono essere acquistati anche in argento.

In Fable Legends quattro personaggi collaborano tra di loro, e ognuno di essi ha un ruolo ben preciso. Un altro giocatore può assumere i panni del cattivo, decidere dove far comparire i mostri e quali devono essere i loro attacchi. Il tutto attraverso una visuale isometrica allestita appositamente per lui.


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PowerVR GT7900: la nuova GPU mobile batte, e non di poco, una GeForce GT 730M

Imagination Technologies ha oggi tolto i veli da PowerVR GT7900, nuova GPU top di gamma della famiglia Series7XT per applicazioni embedded. Si tratta di un chip grafico che, stando alla società, può contrastare con estrema disinvoltura modelli di fascia medio-bassa concorrenti pensati per sistemi notebook. Il paragone è nello specifico fatto con la GeForce GT 730M di NVIDIA.

Imagination Technologies PowerVR GT7900

Secondo il primo comunicato di Imagination Technologies, alla stessa frequenza operativa di 800MHz, PowerVR GT7900 è in grado di sfoderare circa 800 GFLOPS in FP32 e 1,6 TFLOPS in FP16, laddove la concorrente di Santa Clara si ferma a 550 GFLOPS in FP32. Sarà tuttavia difficile, se non impossibile, vedere la nuova GPU top di gamma all'interno di uno smartphone.

Laddove PowerVR GT7800 è il chip destinato ad essere adottato nei dispositivi di dimensioni più piccole (smartphone di fascia alta, sistemi di infotainment delle automobili), GT7900 è invece pensato soprattutto per ultrabook e tablet di fascia alta. In più, Imagination Technologies si rivolge anche alla "nuova categoria di dispositivi" delle console da gioco economiche.

Il vantaggio in termini prestazionali è dato da un considerevole aumento del numero degli ALU core (più del doppio), oltre ad ulteriori mglioramenti sull'architettura. La nuova GPU si compone complessivamente di 512 ALU core disposti all'interno di 16 unified shading cluster (USC) basati sulla architettura Rogue che già la società ha usato in molti dei suoi chip più recenti.

Imagination Technologies PowerVR GT7900

Non mancherà il supporto alle API OpenGL ES 3.1 + AEP (Android Extension Pack), così come il supporto alla tassellatura via hardware e agli algoritmi di compressione delle texture in HDR. Imagination Technologies rimarca ancora una volta la capacità delle sue GPU di mantenere inalterate (o quasi) le prestazioni grafiche anche in seguito ad uno stress prolungato.

Il nuovo PowerVR GT7900 non tradirà questa tradizione, con un degrado quasi del tutto inesistente dopo circa 30 minuti di gioco. In confronto, secondo la società, le altre tecnologie concorrenti attualmente disponibili su mobile palesano un consistente degrado prestazionale alla mezzora, con fino al 50% delle performance in meno.

Imagination Technologies PowerVR GT7900

Il merito di un vantaggio simile è della tecnologia PowerGearing che permette di disabilitare dinamicamente alcune parti della GPU quando non necessarie, in modo da risparmiare sugli oneri energetici del chip e, conseguentemente, produrre meno calore. La nuova GPU è in grado inoltre di supportare risoluzioni 4K con un output a 60fps e supporto nativo al range di colori YUV a 10-bit.

PowerVR GT7900 sarà in grado di renderizzare ambienti grafici di qualità paragonabile alle produzioni su console, e le sue prodezze verranno mostrate con la demo Dwarf Hall al prossimo GDC 2015. Maggiori informazioni sulle nuove tecnologie di Imagination Technologies possono essere trovate in questa pagina.

Imagination Technologies PowerVR GT7900

La società non lo ha specificato esplicitamente, ma storicamente le GPU PowerVR vengono integrate all'interno dei dispositivi della Mela. È chiaro che la nuova GT7900 possa essere fra i candidati principali per essere integrata sugli iPad di nuova generazione, mentre una versione leggermente depotenziata potrà essere la prescelta per gli iPhone 6s, tutti terminali comunque non attesi prima del prossimo autunno.


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Facebook e i suicidi, la società rilascia degli strumenti per la prevenzione

Facebook ha annunciato il rilascio di strumenti appositi per prevenire eventuali suicidi che magari sono stati preannunciati in qualche modo sul social network. I nuovi tool sono frutto della collaborazione della società di Zuckerberg con organizzazioni come Forefront, Now Matters Now, la National Suicide Prevention Lifeline e Save.org, e con l'apporto diretto di esponenti che hanno avuto trascorsi autolesionisti o che hanno tentato il suicidio.

Facebook, tool per la prevenzione dei suicidiFacebook, tool per la prevenzione dei suicidi

Sfruttando i nuovi strumenti, gli utenti del social network possono riportare quei post in cui si esprimono intenzioni autolesioniste o suicide, con l'obiettivo di ottenere l'aiuto da parte di Facebook e, nello specifico, delle organizzazioni apposite che contatteranno lo stesso utente. I post segnalati verranno esaminati da un team in tempo reale, il quale offrirà un supporto diretto sulla base di un sistema di priorità con cui verrà stabilita l'entità di ogni singolo caso.

Gli individui che avranno bisogno del supporto riceveranno una notifica sulla parte superiore della News feed in cui verrà consigliata una consulenza da parte di un amico o di un organo specifico, come gli stessi esperti della National Suicide Prevention Lifeline. L'utente potrà inoltre selezionare una voce con cui ricevere consigli e supporto immediato. La funzionalità sarà distribuita per adesso solo negli Stati Uniti, ma verrà espansa in futuro anche nel resto del mondo.

Che Facebook sia decisamente interessata a contrastare fenomeni di questo tipo non è certo una novità. È un servizio estremamente legato alla vita sociale dei propri utenti, e per molti è divenuto un vero e proprio diario della propria vita. Proprio per questo uno strumento del genere sul social di Zuckerberg potrebbe salvare molte vite se utilizzato correttamente. È bene precisare però che il servizio non si sostituisce agli organi di prevenzione locali, che è sempre un bene contattare soprattutto nei casi più gravi.


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AVG Internet Security

scheda aggiornata 1 giorno fa

AVG Internet Security è un pacchetto che include vari tool per la sicurezza del sistema, comprendente Anti-Virus, Anti-Spyware e Anti-Spam.


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Cybercrime e guerra dell'informazione, le piaghe della società digitale

Nei giorni scorsi il CLUSIT, l'Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, ha presentato in anteprima i dati salienti del Rapporto CLUSIT 2015, ovviamente riferito agli incidenti di cybersecurity accaduti nel corso del 2014. Due sono i grandi elementi che emergono dall'analisi: la crescita della cosiddetta "Information Warfare" e la sempre più ampia fetta del Cybercrime come causa principale degli attacchi gravi a livello globale.

Per quanto concerne l'"Information Warfare" si evidenzia come nel 2014 gli attacchi in quanto parte di una più ampia strategia militare o paramilitare sono aumentati globalmente del 68% rispetto all'anno precedente. Si tratta di un tipo di minaccia informatica che, andando a minare l'integrità delle informazioni delle organizzazioni pubbliche e private, rischia di compromettere situazioni politiche, economiche e sociali anche per Paesi non in stato di guerra e per i loro cittadini.

Il Cybercrime continua invece a confermarsi come il principale motore che muove gli attacchi gravi a livello globale. La prospettiva di guadagni facili, rapidi e pressoché certi ha portato infatti questo tipo di incidenti al 60% sul totale, con una crescita del 41% rispetto alle rilevazioni condotte nel 2011, anno della pubblicazione del primo rapporto CLUSIT. In diminuzione invece i fenomeni di Hacktivism (visti più come una forma di "dispetto digitale"), mentre si registra una stabilità degli attacchi mossi da intenzioni spionistiche.

Il grande tema che emerge, in realtà a conferma delle tendenze già delineate nel corso degli anni precedenti, è che l'esposizione della civilità digitale globale ai rischi che nascono dalla diffusa carenza di sicurezza informatia aumenta più rapidamente (molto più rapidamente) della capacità di protezione. Un aspetto che si può cogliere dalla costante crescita degli attacchi e della loro gravità pur a fronte di una crescita dell'8% circa negli investimenti a favore della sicurezza informatica, in un quadro in cui in realtà il 66% circa degli incidenti passano anche inosservati agli occhi delle vittime, per mancanza di strumenti, competenze e metodologie adeguate.

Spostando l'attenzione verso le vittime, si osserva come il 25% degli attacchi è ai danni del settore governativo, mentre invece i servizi cloud, le banche e la sanità sono i settori che vedono il maggior tasso di crescita degli attacchi. Ma nel 2014 nel mirino dei cybercriminali entra anche il settore Retail che nel complesso ha registrato perdite consistenti (gli esempi più evidenti sono gli attacchi a Target e Home Depot negli USA).

Partendo da questa preoccupante fotografia dello stato della cybersecurity, il CLUSIT prevede un possibile incremento delle attività di tipo estorsivo per ragioni politice ed economiche, con impatto sulle istituzioni e sulla Pubblica Amministrazione, sulle aziende e sulle infrastrutture critiche. Non è inoltre da escludere, anzi è da ritenere probabile, lo sfruttamento delle piattaforme di Social Netowrk da parte di organizzazioni terroristiche. Social Network che continueranno a rappresentare inoltre un facile vettore di attacco per la diffusione di malware e per le frodi elaborate secondo le tecniche dell'ingegneria sociale. I sistemi POS (i terminali per il pagamento elettronico) per via della loro fragilità intrinseca verranno ancor più usati dai cybercriminali che potranno portare a compimento attacchi anche particolarmente onerosi per le vittime, sia nei grandi magazzini, sia nei singoli esercizi commerciali, con inoltre una pressione indiretta sugli istituti bancari che si troveranno in prima linea per la prevezione delle frodi. Il campo Mobile, infine, rappresenta il fronte più vulnerabile e produttori, sviluppatori e utenti si troveranno nella situazione di dover riconsiderare la visione nei confronti dei dispositivi mobile ponendo attenzione alla sicurezza e non solo su aspetti di marketing o di business.

Il Rapporto CLUSIT 2015 verrà presentato ufficialmente in occasione del Security Summit che si terrà a Milano dal 17 al 19 marzo 2015 presso l'Atahotel Executive. Il Rapporto sarà distribuito ai partecipanti della sessione plenaria di apertura, il 17 marzo alle ore 9:30. La partecipazione al Security Summit è gratuita, previa la registrazione sul sito www.securitysummit.it.

All'interno del rapporto si potrà inoltre trovare una analisi della situazione italiana, resa possibile grazie al contributo del Security Operations Center di Fastweb, una analisi sul cybercrime in Europa e nel medio Oriente a cura di IBM e una analisi globale degli attacchi DDoS grazie alla collaborazione di Akamai. Infine una panoramica sugli scenari di specifiche aree tematiche: Internet of Things, M-Commerce, Bitcoin, il ritorno degli investimenti in sicurezza informatica, la sicurezza dei siti web della Pubblica Amministrazione, la doppia autenticazione per l'accesso ai servizi di posta elettronica, il nuovo regolamento europeo sulla privacy, la Cloud Security, la Direttiva 263/agg.15 di Banca d'Italia. Tutti aspetti ai quali dedicheremo approfondimenti nel corso delle prossime settimane.


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Android Pay a maggio: tap-and-pay per tutti per contrastare Apple

Google si appresta a lanciare una nuova API per i pagamenti chiamata Android Pay che avrà l'obiettivo non solo di semplificare l'esecuzione dei pagamenti all'interno di app di terze parti, ma anche di diffondere i pagamenti negli store fisici attraverso smartphone compatibili con le tecnologie NFC. La notizia proviene da fonti "affidabili" citate da ArsTechnica a pochi giorni dall'annuncio dell'acquisizione di Softcard da parte di Big G.

NFC

Chiamata precedentemente Isis, Softcard era un'applicazione tap-and-pay sviluppata da vari operatori telefonici americani proprio per contrastare Google Wallet. Verizon, AT&T e T-Mobile avevano fondato una joint venture nel 2010, ma l'app non è stata lanciata prima del 2012 per vari problemi di natura tecnica. I tre carrier si sono però arresi, vendendo ad un prezzo non ufficializzato le tecnologie alla base dell'app.

Google ha annunciato lunedì l'acquisizione, dichiarando di essersi appropriata di "tecnologie e proprietà intellettuali molto interessanti" detenute da Softcard. È probabile che il prezzo di vendita sia stato inferiore ai 100 milioni, una cifra ben al di sotto degli investimenti operati dalla joint venture negli anni passati. Ma questo è il momento migliore per rilanciare le tecnologie di pagamenti, e Google lo sa bene.

L'arrivo di Apple Pay sui mercati americani è stato un successo, ma non solo per la Mela. Anche i servizi concorrenti, fra cui Google Wallet, hanno beneficiato della nuova linfa portata al mercato dal servizio di pagamenti di Cupertino, e Google vuole un prodotto che sia più in linea con le richieste del pubblico rispetto all'attuale Google Wallet, soprattutto sul piano della semplicità d'uso e di implementazione.

Android Pay funzionerà per certi versi in maniera molto simile a Google Wallet: consentirà di registrare le proprie carte di credito o di debito all'interno del servizio, e darà la possibilità di effettuare transazioni all'interno di un'app o con i vari POS abilitati nei vari negozi mediante un singolo tap. Naturalmente, in quest'ultimo caso Android Pay si baserà su NFC con il supporto delle tecnologie Host Card Emulation (HCE) di Google.

Rispetto alle Google Wallet API, tuttavia, l'implementazione delle varie funzionalità di pagamento all'interno delle app di terze parti sarà molto più semplice. Android Pay, inoltre, potrebbe avere costi di gestione inferiori per Google. Al momento, Google Wallet ha la necessità di abbinare una scheda virtuale per ogni carta di credito o debito inserita nel servizio, con la quale la società versa ai beneficiari i pagamenti degli utenti.

Si tratta di una procedura che, secondo alcune fonti, costringerebbe Google stessa al pagamento di una piccola "tassa" per ogni transazione effettuata, piccolo compromesso a cui Big G è disposta a cedere per via dei dati sensibili e delle informazioni che riesce ad ottenere dalle transazioni, dati che poi può utilizzare indirettamente per la sua piattaforma pubblicitaria. Le nuove API potrebbero però funzionare in modo diverso, eliminando la necessità della scheda virtuale e riducendo o addirittura annullando del tutto questa particolare tassa.

Android Pay dovrebbe essere annunciato a maggio all'interno della Google I/O, tuttavia non preannuncia, almeno per il momento, la fine del servizio parallelo Google Wallet. Entrambi potranno coesistere, hanno specificato le fonti, anche se saranno i risultati delle due piattaforme a stabilirne l'esito finale.


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La TouchWiz è davvero più lenta di Android stock? La risposta in una serie di test

Samsung Galaxy Note 4 e Motorola Nexus 6 hanno una piattaforma hardware molto simile, tuttavia si differenziano per una caratteristica essenziale: la versione di Android installata. Entrambi sono aggiornabili ad Android 5.0 Lollipop ma il phablet di Samsung viene notoriamente personalizzato con la TouchWiz, ritenuta dai più come un'interfaccia pesante che porta il dispositivo a "laggare" - ovvero presentare rallentamenti facilmente individuabili - anche dove non dovrebbe.

Nexus 6 e Galaxy Note 4

Ma si tratta di verità, o di una di quelle leggende metropolitane dovute alle esperienze avute con le prime versioni dell'interfaccia? Hanno cercato di rispondere in maniera oggettiva a questa domanda i ragazzi di PhoneArena, effettuando una serie di test per verificare le prestazioni di Galaxy Note 4 e Nexus 6 in ambiente Android, personalizzato o meno. I test hanno l'obiettivo di verificare sia la fluidità che i tempi di apertura delle app, e i risultati ottenuti non sono poi così scontati.

Per realizzare i test di fluidità dell'interfaccia, i ragazzi di PhoneArena hanno utilizzato una versione custom di GameBench, ovvero un tool che consente di misurare i fotogrammi renderizzati all'interno di applicazioni di terze parti, per poi stabilire una media finale. Hanno inoltre utilizzato uno script da eseguire per ogni test in modo da ottenere risultati affidabili sulla base di interazioni di volta in volta sempre identiche. Per valutare invece i tempi d'apertura delle applicazioni sono state usate le registrazioni di una videocamera, prendendo come riferimento le tempistiche dei fotogrammi in cui l'app stessa veniva lanciata e completava il caricamento.

Nexus 6 vs Galaxy Note 4 test di fluidità

Il test di fluidità vede come vincitore Nexus 6, sempre prossimo ai 60fps (soglia massima legata alla frequenza di aggiornamento dei display) ad esclusione del test del browser (43 frame al secondo). Note 4, di contro, arranca soprattutto nel browser (36 fps) e nella Galleria di immagini nativa (39 fps). In tutte le altre applicazioni le differenze non sono consistenti a tal punto da essere discernibili ad occhio nudo.

La situazione è particolarmente diversa e più articolata nel test di apertura delle applicazioni. PhoneArena ha effettuato i test sia "a freddo" che "a caldo", ovvero accedendo all'app sia da spenta, che da attiva in background. In questo caso il Nexus 6 si è rivelato più efficace nella gestione della memoria, anche se "a freddo" è stato Galaxy Note 4 ad avere definitivamente la meglio. È possibile che questo comportamento sia dovuto alla crittografia dei dati nativa sul Nexus 6, che rallenta leggermente le prestazioni della memoria flash integrata.

Nexus 6 vs Galaxy Note 4, test di apertura applicazioni

In definitiva appare chiaro che, a parte alcune situazioni ben specifiche, Galaxy Note 4 riesce a confrontarsi a testa alta con il dispositivo "Pure Google" della concorrenza, palesando prestazioni mediamente comparabili a quelle di Nexus 6, talvolta inferiori ma altre volte anche superiori. Il test è molto interessante e serve soprattutto a sfatare un mito, anche se solo in parte. La TouchWiz - così come probabilmente ogni personalizzazione di terze parti - rallenta di fatto le prestazioni del dispositivo in uso, ma le differenze sono minime, ed è chiaro che i lavori di ottimizzazione da parte di Samsung abbiano portato parecchi frutti nel corso degli ultimi anni.


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Filezilla

Written By Unknown on Kamis, 26 Februari 2015 | 23.04

scheda aggiornata 1 ora fa

Semplice e intuitivo client ftp in grado di gestire contemporaneamente più sessioni di trasferimento supportando anche le opzioni di resuming. L'utente ha la possibilità di creare un elenco di indirizzi preferiti ai quali saranno anche associate le credenziali di accesso. Sul fronte della sicurezza supporta sessioni SSL e può essere utilizzato anche tramite proxy. Inoltre, per una più semplice gestione dei trasferimenti molte opzioni sono disponibili in drag and drop.

Qui di seguito le novità introdotte nell'ultima release:

3.9.0.5 (2014-09-06) - Fix auto-updater not being able to download updates


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Intesi Group ottiene la certificazione Secure Signature Creation Device

Intesi Group ha ottenuto il Confirmation Certificate di Secure Signature Creation Device per la propria piattaforma PkBox dedicata alla firma digitale. E con un minimo di orgoglio nazionale possiamo affermare che Intesi Group è la prima realtà italiana ad aver ottenuto questo riconoscimento.

La soluzione si basa sul server di sicurezza PkBox, un server per la gestione delle operazioni di firma digitale a norma di legge e per il supporto alle applicazioni che implementano la sicurezza logica dei dati tramite crittografia. PkBox è utilizzato anche nelle situazioni in cui è necessario gestire volumi elevati di transazioni in merito a firma automatica e verifica dei documenti ricevuti, situazioni che richiedono elevata flessibilità, affidabilità e scalabilità.

Per chi non conosce l'argomento in modo approfondito ricordiamo che la firma digitale è una tecnologia usata per sottoscrivere una dichiarazione in formato elettronico con le garanzie di integrità dei dati che sono oggetto della sottoscrizione, e di autenticità delle informazioni relative al sottoscrittore.

"La firma digitale è uno strumento fondamentale anche per tutte quelle realtà che hanno la necessità di accertare la validità e l'integrità dei documenti elettronici ricevuti. La nostra soluzione consente di semplificare le operazioni di firma e verifica, riducendo i costi di gestione", queste le parole di Fernando Catullo - Amministratore Delegato di Intesi Group.

Si tratta quindi di tecnologie sempre più richieste e ricercate dalle aziende, infatti, consentono di portare a termine processi di dematerializzazione utili per rendere più efficiente il flusso di lavoro, con ovvie ricadute anche sul piano economico.


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WhatsApp Web adesso compatibile su Firefox e Opera, ma niente da fare per chi ha iPhone

WhatsApp Web ha introdotto lo scorso mese di gennaio la possibilità di conversare all'interno del servizio di messaggistica istantanea anche con sistemi desktop. Funziona attraverso browser e da giovedì ha introdotto anche il supporto di Firefox e Opera; inizialmente era compatibile esclusivamente con Chrome.

WhatsApp Web

La web-app è stata accolta con grande furore dal popolo della rete e dagli utenti storici del servizio, tuttavia la sua particolare implementazione ha tagliato fuori tutti gli utenti iPhone. Le restrizioni su App Store non consentono il supporto di applicazioni che sfruttano le tecnologie scelte da WhatsApp, che usa un sistema proprietario per sincronizzare i messaggi ricevuti sullo smartphone con la web-app.

Jan Koum, CEO e co-fondatore della società, in occasione del lancio ufficiale di WhatsApp Web aveva specificato che la funzione non sarebbe apparsa su iPhone per via dei limiti imposti da Apple nel suo App Store, e non è da attendersi in tempi brevi sui melafonini (a meno che non si applichi il jailbreak, invalidando la garanzia del terminale).

WhatsApp Web funziona però con le restanti piattaforme mobile più diffuse, tra cui Android, Windows Phone e BlackBerry, e da poco è compatibile non solo su Chrome, ma anche su Firefox e Opera. La novità è stata annunciata dalla stessa società mediante l'account Twitter ufficiale, mentre il servizio è raggiungibile a questo indirizzo, una volta effettuato il log-in attraverso la scansione del codice QR nella pagina.


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Duet, il gioco dell'anno 2013 su App Store, oggi gratuito

Duet è uno dei giochi per dispositivo portatile più apprezzati tra quelli usciti negli ultimi anni. I giocatori devono controllare due sfere colorate che girano su un cerchio rimanendo sempre equidistanti tra di loro. I giocatori possono far girare il cerchio in senso orario o antiorario, nell'obiettivo di non far sbattere le sfere su dei mattoni che scorrono verso il basso.

Duet

Uno schema di gioco più semplice da provare che da descrivere, come spesso accade per i titoli per i dispositivi portatili. Se si fa infrangere anche una delle due sfere su un mattone, non solo quest'ultimo si colorerà di inchiostro ma la cosa obbligherà il giocatore a ricominciare il livello dall'inizio.

L'esperienza si suddivide in 9 capitoli, ma c'è anche la modalità Sopravvivenza per giocare in maniera continuata. Duet è un altro titolo pluripremiato creato dal team di Time Surfer e Bean's Quest, immersivo grazie anche all'ottima colonna sonora.

Potete ottenere Duet gratuitamente se lo scaricate entro oggi dall'App Store.


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Evolve: il miglior titolo multiplayer dell'anno è innovativo e simil-MOBA

Le prime partite sono incredibilmente esaltanti. Lo sono perché il gioco è veramente innovativo e perché è bilanciato: non solo per gli equilibri di forza dei vari personaggi coinvolti nei match ma anche per quanto riguarda la distribuzione del divertimento all'interno della struttura asimmetrica. Mi spiego meglio: l'asimmetria esalta in maniera efficace gli elementi di forza del gioco. Come abbiamo già visto, infatti, nella precedente anteprima, in Evolve un team di quattro cacciatori deve mettersi sulle tracce di un possente e resistente Mostro.

Proprio il coinvolgimento all'interno di questa perenne caccia è uno degli elementi più riusciti del titolo Turtle Rock. Non c'è neanche un attimo da perdere: non appena i cacciatori si paracadutano a terra devono subito seguire le tracce della bestia. Questa nel frattempo deve fuggire il più velocemente possibile e uccidere le creature gestite dall'IA e mangiarne i loro corpi per migliorare il suo scudo e scalare verso gli stadi evolutivi successivi. Al primo stadio, infatti, il Mostro è assolutamente vulnerabile, e non può affrontare i cacciatori con i loro jetpack e le loro abilità.

L'inseguimento dei cacciatori non è facile, e devono essere reattivi, abili nel padroneggiare le loro abilità e capaci di interpretare subito la mappa di gioco. Vengono in loro soccorso alcuni segnali più o meno evidenti: devono scrutare la vegetazione, nel caso il Mostro abbia involontariamente abbattuto degli alberi, e la fauna. Dei rapaci, infatti, si posano sulle carogne divorate dal Mostro, il quale lascia anche delle voluminose orme. Uno dei cacciatori, il Trapper, è poi dotato di una "simpatica" bestiola, conosciuta come Daisy, che fiuta automaticamente la posizione del Mostro e si mette sulle sue tracce.

Da parte sua il Mostro deve uccidere velocemente, mangiare senza esitazioni e poi fuggire verso una direzione che non sia prevedibile per gli umani. Una strategia valida potrebbe essere quella di uccidere sporadicamente: ricordiamo, infatti, che per lui nutrirsi è cruciale ma allo stesso tempo in questo modo rivela la sua posizione ai Cacciatori. Quando sarà al secondo stadio potrà iniziare a ingaggiare una lotta equilibrata contro i quattro umani, ma solamente al terzo stadio sarà in grado di sfruttare al meglio la sua mole e le sue abilità.

La partita base di Evolve si svolge così: i Cacciatori si mettono subito sulle tracce delle bestia e cercano di segnalarsi a vicenda vari indizi. Con il tasto "Q" (su PC) possono indicare la direzione verso la quale il Mostro si sta muovendo, e se premono in corrispondenza della sua sagoma lo "spottano", consentendo ai compagni di team di avere consapevolezza della posizione dell'avversario. I Cacciatori devono poi stare sempre uniti, perché rimanere da soli si traduce, praticamente istantaneamente, in un'uccisione a favore del Mostro.

Una volta individuato quest'ultimo, il Trapper deve abilitare la Cupola Portatile per imprigionare il Mostro. Questi, infatti, non potrà più scappare dall'area e dovrà cercare di resistere il più possibile, e verificare se può far danni ai Cacciatori, per ottenere una nuova possibilità di fuga. Naturalmente poi potrà muoversi liberamente, sfruttando le sue eccellenti doti di arrampicata e di devastazione del mondo di gioco.

All'interno della Cupola Portatile il Medico deve poi usare il suo Fucile Tranquillante per rallentare i movimenti del Mostro, e poi il Fucile di Precisione per creare punti deboli sulla corazza delle prede che i compagni possono prendere di mira. A questo punto subentrano in gioco Assaltatore e Supporto. La prima è sostanzialmente la tipica classe DPS, mentre il secondo può proteggere il primo, parando i colpi ricevuti, mentre è "focussato" dalla bestia. Ma il Supporto può anche sopperire ad alcune funzioni di inviduazione del Mostro, per esempio tramite il dispositivo UAV, che in altri casi sono di competenza del Trapper.

Il Mostro, da parte sua, invece, deve concentrarsi inizialmente sul Medico. Questa classe è infatti fondamentale per rimettere in salute i compagni e per potenziarli, in modo da aumentare la loro efficacia nell'attacco al Mostro. Questo, comunque, è solo uno schema di attacco e di difesa, visto che le cose possono variare sulla base della mappa e della modalità di gioco, ma spero che sia sufficiente per dare un'idea iniziale sulla profondità strategica offerta da Evolve.


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Lytro cambia: nel mirino video e realtà virtuale

Lytro cambia: nel mirino video e realtà virtuale

"Famosa fra gli appassionati per aver creato la Light Field Camera, Lytro annuncia un cambio di rotta per puntare dritta su contenuti video e realtà virtuale"

Gli appassionati assoceranno il nome di Lytro a quello della Light Field Camera, che mette offre un sistema di ripresa decisamente insolito: all'immagine è associata una "mappa di profondità", permettendo quindi di mettere a fuoco lo scatto nella zona desiderata dopo e non prima del click. Dopo il primo modello l'azienda ha dato continuità al progetto con Illum, una fotocamera a tutti gli effetti, dotata di ottica 30-250mm equivalenti F2 e in grado di produrre immagini a 4 megapixel nelle quali mettere a fuoco i soggetti dopo lo scatto.

The Verge ci informa che Lytro ha adesso altri progetti, ovvero quello di sfruttare le tecnologie finora consolidate per puntare dritta al mondo dei contenuti video e nella realtà virtuale. Fresca di nuovi finanziamenti (50 milioni di Dollari), l'azienda si dice convinta che le proprie tecnologie rispondano perfettamente alle esigenze legate al mondo virtuale e alla creazione di video da integrare nei vari apparecchi indossabili, ma non solo.

Non una buona notizia per alcuni dipendenti, poiché l'organico di circa 130 persone sarà immediatamente ridotto di 25-50 unità, per far posto ad almeno altrettanti elementi focalizzati sui nuovi obiettivi. Stando a quanto affermato da Jason Rosenthal, CEO di Lytro, chi realizza ambientazioni virtuali potrà trarre innumerevoli vantaggi dalle tecnologie del marchio, per realizzare molto più facilmente un mondo che deve essere rapportato a chi indossa un headset di realtà virtuale con tanto di giochi prospettici ed elementi più o meno a fuoco.

Per ora le informazioni finiscono qui ma non mancheremo di aggiornarvi non appena si saprà qualcosa di più preciso.


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Con Android for Work Google guarda al settore PRO

A distanza di parecchi mesi Google torna a parlare di Android for Work: lo aveva fatto in occasione dell'evento Google I/O ma ora ha pubblicato una serie di informazioni che permettono di capire meglio le caratteristiche e la portata dell'iniziativa.

Google parte da una considerazione semplice e condivisibile: Android è tanto diffuso in ambito consumer ma assai meno tra i professionisti, e anche per questi utenti le opportunità sarebbero molto elevate. Certo, guardando alla clientela professionale, all'utilizzo dei dispositivi in ambito aziendale ci sono alcuni aspetti del sistema operativo da rivedere, e proprio questo è uno degli scopi di Android for Work

Nel documento diffuso da Google si legge che con Android 5 sono stati fatti importanti passi avanti sul fronte della sicurezza, infatti, Lollipop presenta un sistema di criptazione attivo di default e offre supporto multi-utente permettendo così di creare profili professionali nei quali isolare i dati aziendali. Potranno poi essere creati profili personali con la possibilità di mantenere sfera privata e lavorativa ben separata.

Per gli amministratori di rete, inoltre, la possibilità di gestire i profili professionali sui terminali e l'installazione di apposite app validate rappresentano importanti potenzialità. Su sistemi Android più datati sui quali non è presente l'approccio multiutente è possibile installare l'app Android for Work che mette a disposizione un set di strumenti professionali in un ambiente sofware dedicato, ambiente personalizzabile dagli amministratori IT che permette l'accesso alla mail aziendali e altri servizi.

Anche su questi dispositivi è ben definita la separazione tra ambito professionale e privato. L'iniziativa Android for Work va però oltre alla disponibilità di un'app o di una serie di strumenti software, infatti Google ha individuato una serie di partner con i quali collaborare per portare il proprio sistema operativo mobile anche in ambienti professionali.

Questi partner - tra i quali citiamo SAP, Citrix, Lenovo, Dell, Adobe Samsung e Cisco - dovranno concorrere a sviluppare soluzioni software tali da promuovere Android anche in azienda; è previsto anche lo sviluppo di dispositivi hardware ottimizzati per questo tipo nuovo di clientela. Si tratta di un'iniziativa importante e di larga portata che potrebbe offrire nuovi e importanti spazi di espansione a Google nel segmento mobile.


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Tim Sweeney: tra 10 anni impossibile distinguere tra realtà e realtà virtuale

Written By Unknown on Sabtu, 21 Februari 2015 | 23.59

Secondo il fondatore e CEO di Epic, Tim Sweeney, se manterremo la stessa velocità di sviluppo della realtà virtuale attuale per i prossimi 10 anni diventerà impossibile distinguere tra realtà e realtà virtuale. I sistemi di elaborazione e i motori grafici, infatti, saranno in grado di riprodurre ambienti virtuali perfettamente fotorealistici.

Oculus Rift

Sweeney sostiene che anche nel campo della realtà virtuale ci sarà un'evoluzione simile a quella verificatasi nel campo dei motori grafici, dove grazie a Unreal Engine 4 si possono raggiungere ormai risultati impensabili fino a qualche anno fa.

"La realtà virtuale è destinata a cambiare il mondo", ha detto Sweeney in un'intervista a Engadget. "Per un altro decennio l'hardware vedrà raddoppiata la propria qualità al punto che, tra dieci anni, sarà difficile percepire differenze tra la realtà virtuale e il mondo reale".

Nonostante si parli molto di realtà virtuale dopo l'acquisizione di Oculus VR da parte di Facebook per 2 miliardi di dollari, ancora oggi nessun dispositivo di realtà virtuale è acquistabile dai consumatori. Ci sono dei Dev Kit per gli sviluppatori e questo ha consentito a diverse software house indipendenti di creare delle, a volte brillanti, applicazioni in VR. Secondo Sweeney, però, dovremo aspettare almeno il 2016 per avere dei prodotti completamente rifiniti.

"In questo momento stanno succedendo molte cose interessanti nel campo della realtà virtuale", ha proseguito. "Ma molti di questi progetti non sono accessibili pubblicamente. L'anno prossimo, però, sarà un momento di svolta per la realtà virtuale".

Fra i tanti progetti, ad esempio, anche John Carmack sta ultimando il suo gioco dedicato alla realtà virtuale. Naturalmente tutto potrà concretizzarsi definitivamente solo nel momento in cui Oculus metterà sul mercato la versione consumer di Oculus Rift, e questo dovrebbe accadere entro pochi mesi.

Epic ha da poco annunciato un'interessante iniziativa rivolta agli sviluppatori che decideranno di utilizzare Unreal Engine per creare i propri giochi. Allo scopo ha creato un fondo da 5 milioni di dollari al fine di premiare gli sviluppatori più creativi. Altri dettagli si trovano qui.


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Decreto Concorrenza: Google News a rischio in Italia come in Spagna, ma c'è del buono

Il Governo italiano discute oggi le nuove leggi sulla Concorrenza, fra cui spicca ignominiosamente quella che viene definita "link tax", ovvero una sorta di dazio per gli operatori del web voluto dai grossi editori. Si tratta di una tassa da pagare per ottenere il diritto di indicizzazione di contenuti editoriali di terzi nei propri portali. In altre parole, un processo simile a quello che ha costretto Google News alla chiusura in Spagna, applicato ancor prima in Germania con altri termini.

Le clausole del nuovo disegno di legge non sono ancora note, tuttavia si pensa che l'Italia possa seguire l'esempio della Francia, con l'istituzione di un fondo comune alimentato dalla stessa "link tax", da utilizzare in casi particolari o per l'espansione e l'evoluzione delle tecnologie di rete a banda larga italiane. C'è da dire che sia il caso spagnolo che quello tedesco non sono stati proprio dei successi, con in alcuni casi una cocente diminuzione del traffico web per alcuni dei servizi editoriali coinvolti.

Del resto Google News e servizi analoghi rappresentano una delle fonti principali del traffico web per determinati tipi di servizi online e non è consigliabile contrapporsi al gigante di Mountain View su argomenti che vedono internet in primo piano. Nel caso spagnolo, nella fattispecie, le nuove leggi sul diritto d'autore non hanno fatto che ritorcersi contro il volere degli stessi editori del web, trovatisi ad affrontare perdite nell'ordine del 10/15% delle visualizzazioni per via delle nuove misure applicate.

"Non sarà una norma anti-Google", specificano i nostri ministri, ed infatti proporre un necessario dazio per i "link" di news rappresenta uno scacco più per gli stessi siti indicizzati che per gli aggregatori di notizie veri e propri. Ma si tratta anche di una legge che va a contrapporsi con le attività di quelle società che propongono la funzione in maniera del tutto gratuita, come Google News per l'appunto, che potrebbero trovarsi costrette alla chiusura come avvenuto in Spagna pochi mesi or sono.

C'è tuttavia anche del buono nel nuovo disegno di legge sulla Concorrenza. Verrà modificata parte del decreto Bersani sulle liberalizzazioni, con pesanti cambiamenti per le pratiche di recesso da un operatore telefonico. I ministri vogliono che le stesse pratiche siano del tutto gratuite per l'utente, concludendo un percorso iniziato da Bersani nel 2007. La sua totale eliminazione appare però al momento utopica, in quanto i costi di recesso sarebbero così tutti a spese degli stessi operatori telefonici. Questa parte del decreto verrà infatti probabilmente ridiscussa, con l'obiettivo che resta però il medesimo: ridurre il più possibile i costi di recesso nell'ambito della telefonia.


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Una microSD per puri audiofili da Sony a prezzi esorbitanti, ma serve davvero?

Sony ritorna a solleticare l'appetito dell'audiofilo con un nuovo prodotto pensato per migliorare la resa sonora a livelli del tutto impercettibili ai più. Lo aveva fatto riesumando il brand Walkman allo scorso CES di Las Vegas con un riproduttore audio da oltre mille dollari, e continua a farlo con una nuova scheda di memoria microSD "for Premium Sound".

Sony SR-64HXA Class 10 microSDXC

Il suo costo è decisamente improponibile: 18.500 ¥ in Giappone, equivalenti a circa 140€ per un taglio da 64GB. Sony SR-64HXA Class 10 microSDXC può aiutare, secondo i giapponesi, ad ottenere una resa sonora ineccepibile grazie alla schermatura integrata. La scheda riproduce meno rumori elettrici durante l'ascolto rispetto alle restanti proposte del settore, almeno stando alle "misurazioni interne" operate dalla società.

È chiaro che stiamo parlando di un prodotto pensato per una nicchia di utenti molto limitata, ed anche fra questi è probabilmente difficile trovare qualcuno realmente interessato alle dubbie prodezze della nuova microSD di Sony, se non per scopi puramente di prova. Un prodotto probabilmente pensato per chi compra un player da 1.200$ per poi ascoltare musica compressa con lo stesso.

Le vendite di Sony SR-64HXA saranno aperte in Giappone il prossimo 5 marzo ad un prezzo notevolmente superiore rispetto alle restanti soluzioni del mercato. Si parla di circa 140€, laddove le schede di taglio e velocità simili di Sony sono proposte di listino ad un prezzo inferiore alla metà. Il produttore non ha confermato se la scheda di memoria raggiungerà anche i mercati occidentali, anche se non credo che in caso contrario ne sentiremo troppo la mancanza.


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iTunes 12

scheda aggiornata 1 giorno fa

Tool di Apple che permette di generare, gestire e archiviare tracce audio in differenti formati, oltre ad accedere a iTunes Store per acquistare canzoni.


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NVIDIA Tegra X1 straccia tutti i record su AnTuTu sfiorando i 75 mila punti

Presentato allo scorso CES di Las Vegas, Tegra X1 rappresenta un grosso cambiamento di tendenza rispetto ai precedenti SoC per mobile di NVIDIA. Il colosso di Santa Clara punta ad una soluzione più standardizzata, con due CPU quad-core in configurazione big.LITTLE ed una interessantissima GPU con architettura Maxwell presa in prestito dalle soluzioni desktop.

NVIDIA Tegra X1 performance

Come riporta GizmoChina, il processore è passato al vaglio dei test di AnTuTu, facendo segnare un risultato decisamente elevato se contrapposto ad altre soluzioni per mobile. Si tratta, tuttavia, di una soluzione pensata soprattutto per dispositivi tablet, di dimensioni più generose, e con soluzioni di dissipazione e richieste energetiche meno invalidanti.

Tegra X1 registra un punteggio di 74.977 sulla celebre suite di test, laddove la prima posizione in precedenza era occupata da Meizu MX4, che si fermava a "soli" 47.765, grazie al suo MediaTek MT-6595 con GPU PowerVR G6200MP4. Un risultato in ogni caso molto interessante per il nuovo chip di Santa Clara, che dovrà scontrarsi, con Exynos serie 7 di Samsung, che si rivela decisamente promettente stando alle ultime indiscrezioni, e i vari Snapdragon.

Bisogna considerare purtroppo che la diffusione dei SoC NVIDIA non è mai andata di pari passo con le sue performance. Anche l'anno scorso Tegra K1 prometteva faville, tuttavia il chipset di Santa Clara è stato scelto da pochi produttori e adottato solamente su una manciata di soluzioni di particolare caratura: citiamo fra i migliori esempi Nexus 9 e lo Shield Tablet, quest'ultimo progettato e prodotto dalla stessa NVIDIA. Maggiori informazioni su Tegra X1 in questa pagina.


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Un network sempre più basato sul software per i servizi EOLO di NGI

La connettività a banda larga è una realtà accessibile in molte zone d'Italia, soprattutto pensando alle grandi città, ma esistono numerosi ambienti nei quali l'accesso veloce ad Internet non sia ottenibile con le tradizionali soluzioni di connettività via cavo. In questi casi l'utilizzo di connessioni wireless diventa una scelta di fatto unica: la diffusione di segnale 4G è ogni mese sempre più capillare ma sono altri i sistemi adottati quando si voglia assicurare elevata velocità di collegamento a postazioni fisse (abitazioni o ambienti di lavoro).

NGI, con i servizi della famiglia EOLO, mette a disposizione varie proposte di connettività senza fili. A differenza di altri operatori questa azienda, dal 2000 impegnata nella fornitura di soluzioni di connettività, ha scelto di sviluppare un proprio protocollo chiamato EOLO Wave e implementare un'infrastruttura completamente proprietaria, grazie alla quale poter avere pieno controllo del servizio fornito ai propri clienti.

Tradizionalmente le aziende fornitrici di contenuti e gli Internet Service Provider costruiscono le proprie infrastrutture su macchine monolitiche e difficilmente modificabili acquistate da pochi grossi produttori. Negli ultimi anni aziende di scala globale quali Google e Facebook hanno iniziato a utilizzare apparati disegnati "in casa" sulle proprie esigenze, beneficiando di maggiore flessibilità e di una netta riduzione nei costi operativi. E' questo l'approccio dell'Open Compute Project, che prevede l'utilizzo di componenti hardware standard per sviluppare cluster di calcolo estremamente potenti e complessi.

Il constante progresso della capacità di calcolo dei processori di uso generale, in particolare quelli basati su architetture x86 come su quelle ARM, accanto alla disponibilità di nuove tecniche di programmazione rendono quindi possibile disegnare e implementare apparati di rete su misura con un processo di sviluppo più snello ed accessibile. L'evoluzione tecnologica porta quindi ad una progressiva semplificazione nella costruzione delle infrastrutture di rete richieste ai service provider, con una sempre più forte dipendenza da quella che è l'infrastruttura software utilizzata.

Da questo deriva l'accordo di partnership, annunciato nei giorni scorsi, che NGI ha sottoscritto con 6WIND, azienda specializzata in soluzioni software ad elevate prestazioni, e EZchip Semiconductor Ltd, per la costruzione della prossima generazione di piattaforma di routing che verrà utilizzata da NGI nella propria rete di accesso web. Questa scelta è legata alla visione strategica di NGI, che prevede per i prossimi anni un profondo cambiamento nell'industria delle telecomunicazioni. Giacomo Bernardi, CTO di NGI, indica questa prospettiva di evoluzione futura con il termine di "network softwarization".

La strategia dell'azienda non è altro che la continuazione di quanto sviluppato negli ultimi anni e che per NGI deve diventare il modo di operare degli operatori di telecomunicazione. Si tratta di passare dall'installazione e gestione della propria rete, alla sua creazione. Se la prima fase interna per l'azienda è stata quella di sviluppare il protocollo di trasmissione EOLO Wave, creato tenendo conto delle specifiche esigenze delle trasmissioni dati dei servizi EOLO e quindi privo di tutto l'overhead e la comlpessità di altri protocolli più general purpose come quello WiMax, è ora il momento di rivedere l'infrastruttura hardware in modo radicale.

Giacomo Bernardi segnala come NGI stia sviluppando un router ad alte prestazioni da installare presso ciascuno degli oltre duemila tralicci della rete EOLO, con un investimento che sarà pari a 10 milioni di Euro. I vantaggi rispetto alle implementazioni attuali sono nella maggiore scalabilità, efficienza dell'uso della banda disponibile tramite bilanciamento su percorsi differenti, e nel risparmio di energia. La filosofia dell'azienda è però quella di rilasciare con licenza open source tutto il software sviluppato, per favorire la collaborazione con realtà simili che operino in altri paesi   per fornire connettività con strumenti wireless.

In che modo questo permetterà di avere connettività Internet veloce a chi non ha accesso a linee cablate sarà il tempo a dirlo. L'azienda mette al momento a disposizione connettività in download sino a 30 Mbit per linee domestiche e raggiunge 1 Gbit simmetrico per le aziende; i piani futuri, e da questo i radicali interventi sulla propria infrastruttura di connettività, vanno nella direzione di fornire connessioni web da 100 Mbit alle utenze residenziali sempre via trasmissioni radio.


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Samsung, nuovo video teaser per Galaxy S6 e Galaxy Edge

Dopo che nelle settimane passate siamo stati letteralmente sommersi da notizie più o meno certe riguardanti il nuovo Samsung Galaxy S6, verosimilmente prossimo all'esordio in occasione del MWC di Barcellona, oggi é il giorno di un nuovo video teaser, questa volta ufficiale.

Questo nuovo video è focalizzato sul design e, in particolare, viene detto che il nuovo Galaxy è realizzato unendo tutto ciò che di meraviglioso lo circonda. Beh, a dire il vero non proprio tutto ma ci si aspetta comunque metallo scintillane e vetro per questo nuovo top di gamma. Nei primi frame del video, che riportiamo qui sotto, infatti, viene mostrato uno dei lati dello smartphone che sembra realizzato proprio in materiale metallico.

Il nuovo Galaxy e verosimilmente anche il nuovo Galaxy Edge saranno svelati il prossimo 1 marzo a Barcellona, noi saremo presenti, non mancate quindi di seguirci per tutte le novità.


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Samsung acquisisce LoopPay per pagamenti wireless: lanciata la sfida ad Apple Pay

Written By Unknown on Kamis, 19 Februari 2015 | 23.04

Samsung Electroics ha confermato nelle scorse ore di aver portato a termine gli accordi per l'acquisizione di LoopPay, azienda che si occupa della produzione di soluzioni per utilizzare tradizionali carte di pagamento via wireless. La tecnologia di LoopPay è compatibile con il 90% circa dei terminali POS in circolazione e non necessita attrezzature specifiche per il funzionamento.

LooPay

LoopPay è compatibile con una vasta schiera di carte di credito e di debito, carte regalo e fedeltà. La società propone la sua tecnologia sotto forma di cover per smartphone, da cui gestire tutte le opzioni concesse attraverso un'applicazione dedicata esterna. Questa è protetta via password e PIN, e tiene al sicuro tutti i dati attraverso algoritmi di cifratura per la massima sicurezza.

L'interesse di Samsung nell'acquisizione di una tale società appare sin da subito chiaro, ed è relativo al piano generale di contrastare Apple Pay, il servizio di pagamenti della concorrente diretta nel settore mobile. Rispetto a quest'ultimo LoopPay vanta alcuni vantaggi, come ad esempio la possibilità di non interfacciarsi attraverso NFC, che permette di essere sin da subito compatibile con la stragrande maggioranza dei POS in circolazione.

Ma ci sono anche alcuni svantaggi: rispetto ad Apple Pay, LoopPay tiene traccia di tutti i pagamenti operati attraverso il servizio, raccogliendo dati sensibili sulle abitudini del proprietario, sugli acquisti effettuati e sulle sue informazioni finanziarie. Come parte dell'acquisizione, LoopPay lavorerà a stretto contatto con i coreani per lo sviluppo di tecnologie di pagamento su mobile.

Non è chiaro, invece, se la società continuerà a produrre e vendere le cover per i dispositivi mobile della Mela adesso che è sotto la "protezione" di Samsung. In passato, i coreani erano già entrati in contatto con la nuova società acquisita, investendo su di essa insieme ad altri colossi del settore dei pagamenti come Visa e Synchrony Financial.

L'annuncio arriva a pochissime settimane dalla presentazione di Galaxy S6, data in cui potremmo già conoscere i primi frutti del nuovo acquisto da parte dei coreani.


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Superfish: l'adware dei computer Lenovo che rende vulnerabili i dati privati dell'utente

All'interno di un software installato nativamente su alcuni computer di Lenovo risiede una grave vulnerabilità di sistema che potrebbe consegnare a terzi il pieno accesso ai dati di navigazione, anche privati, dell'utente. Ad essere esposte password ed altre informazioni, appartenenti non solo ai social network o servizi del web, ma anche a conti bancari.

Superfish è un adware che Lenovo propone nativamente sui suoi più recenti computer, un add-on per browser che consente di analizzare automaticamente le immagini e mostrare prodotti simili proposti a prezzi più vantaggiosi. Un adware è un software che si auto-promuove attraverso l'uso di proposte pubblicitarie. È notoriamente un tipo di software invasivo ma non per forza nocivo, ma può essere drasticamente nociva la sua implementazione.

Ed è purtroppo questo il caso di Superfish: nei più recenti sistemi di Lenovo, primo produttore al mondo in termini di quote di mercato, Superfish ha accesso ai dati privati dell'utente per fini pubblicitari. L'adware si configura come "Root Certificate Authority" su Windows, ovvero ha gli stessi permessi del software nativo di Microsoft all'interno del sistema operativo. Creando dei certificati SSL ad-hoc, Superfish può infatti intercettare elementi anche all'interno delle connessioni sicure, analizzando anche i dati sensibili di quelle pagine che in realtà dovrebbero essere private.

Superfish, post di Kenn White

L'esperto di sicurezza Kenn White ha mostrato un esempio di interazione di Superfish, con un certificato emesso da Superfish a Bank of America, in cui Superfish si palesa come una Root Certificate Authority quando in realtà non dovrebbe esserlo. E non dovrebbe esserlo proprio per la natura stessa del programma, un adware in grado di analizzare gli elementi di una pagina, tracciare le abitudini degli utenti e inviare i risultati a server terzi. Il tutto, pertanto, avviene anche su pagine sicure, in cui introduciamo password e dettagli personali della nostra vita privata.

Accedendo ai dati del software, utenti terzi potrebbero ottenere con facilità anche informazioni che vengono gestite da connessioni sicure, come ad esempio le credenziali del nostro conto bancario o dei nostri account sui social. Questo potrebbe avvenire con la realizzazione di certificati sviluppati ad-hoc per essere accettati dai computer Lenovo, o con malware sviluppato appositamente che i sistemi del produttore cinese potrebbe considerare software affidabile.

Lenovo ha rimosso Superfish per alcune settimane nel mese di gennaio, pur difendendo la scelta di averlo introdotto nei propri computer. Secondo il produttore, l'adware non profila l'utente né ne traccia le abitudini e richiede l'abilitazione dell'add-on al primo avvio della macchina. Tuttavia, alcuni utenti hanno scoperto che anche dopo la disinstallazione, sul computer restano ancora i certificati di root installati.

Superfish può rappresentare un problema se si naviga su Chrome o Internet Explorer, mentre gli utenti Firefox possono considerarsi al sicuro. Il browser di Mozilla utilizza infatti un Certificate Store proprietario su cui Superfish non può intervenire. Negli altri casi, è bene disinstallare l'adware ed effettuare una scansione con un anti-virus aggiornato per mantenersi al sicuro da eventuali minacce esterne.


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DirectX 12: miglioramento delle prestazioni del 900% secondo CEO Stardock

Negli ultimi giorni, Brad Wardell, CEO di Stardock, ha twittato dettagli molto interessanti sulle DirectX 12, delle quali si parlerà molto in occasione del prossimo GDC di San Francisco (2-6 marzo). Il dirigente sostiene di aver eseguito un test che ha evidenziato una differenza di quasi 100 frame per secondo tra DirectX 11 e DirectX 12.

Questo test è stato realizzato su un sistema dotato di una misteriosa GPU non ancora in commercio e una CPU AMD con 8 core. In DirectX 11 il sistema in questione ha fatto segnare 13 fps, mentre in DX 12 è schizzato a 120 fps.

Non ci sono dettagli specifici sul sistema utilizzato, se non che fosse configurato in Crossfire. Wardell, infatti, sostiene che le DirectX 12 offriranno benefici soprattutto in presenza di sistemi multi-GPU, visto che rendono "più facile trattare differenti GPU come una singola entità".

Microsoft, Stardock e altri sviluppatori riveleranno altri dettagli sulle DirectX 12 in occasione dell'ormai imminente GDC. Sembra che dovremmo attenderci novità sensazionali.

Quanto a Stardock, si tratta di un'azienda americana conosciuta soprattutto per la creazione di software che consentono di personalizzare l'interfaccia utente di Windows, ma anche per aver sviluppato i videogiochi Galactic Civilizations, Galactic Civilizations II, Sins of a Solar Empire e Demigod.


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HWiNFO64

scheda aggiornata 5 ore fa

HWiNFO64 è un tool diagnostico che supporta tutto l'hardware del proprio PC, permettendo di evidenziare in dettaglio quali ne siano i componenti utilizzati. Compatibile con le versioni a 64bit dei sistemi operativi Microsoft Windows.


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Ancora un lieve posticipo per Project Cars

Slightly Mad Studios e Bandai Namco hanno annunciato che Project Cars sarà disponibile per PlayStation 4, Xbox One e PC dal 2 aprile 2015. "Questo piccolo spostamento nella data di uscita è stato deciso per poter portare gli ultimi miglioramenti al gioco e assicurare a tutti i fan la miglior esperienza possibile", si legge nel comunicato stampa.

Project Cars

"Spostare la data di uscita non è una decisione facile da prendere, soprattutto perché sappiamo che i nostri fan non vedono l'ora di mettere le mani su Project Cars", ha dichiarato Ian Bell, Head of Studio di Slightly Mad Studios. "Ma sappiamo anche che questi giorni in più ci permetteranno di dare ai giocatori il titolo che meritano. Quando il gioco arriverà a inizio aprile, siamo certi che l'attesa sarà valsa la pena".

Project Cars aveva già subito un posticipo, visto che inizialmente l'uscita era stata prevista per novembre per poi essere spostata al 20 marzo.

Finanziato da una community di appassionati, che è stata coinvolta nel processo di sviluppo fin dal primo giorno, Project Cars promette di essere una simulazione rigorosa con diversi tracciati e tante auto, insieme a un'innovativa modalità carriera libera, orari della giornata e variazioni climatiche dinamiche.

Tutti i dettagli si trovano in questa anteprima di Project Cars.


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Patriot Fuel Ion, ricarica magnetica ma senza induzione

Con la situazione di difficoltà che il mercato PC ha vissuto nel corso degli ultimi anni, numerosi produttori di hardware e componentistica si sono trovati nelle condizioni, ancor più che in precedenza, di ricorrere a una importante differenziazione della loro proposta che consentisse loro uno sbocco su nuovi segmenti di mercato potenzialmente più dinamici e remunerativi, tali da poter tamponare le eventuali contrazioni dovute al minor interesse per il mondo PC desktop.

La "via di fuga" più interessante che molte di queste realtà si sono trovate davanti è stata quella dell'accessoristica, non solo per il PC o il notebook, ma soprattutto per il mondo dei tablet e degli smartphone che rappresentano un mercato molto dinamico e dalle elevate potenzialità.

Tra i molti, un esempio interessante è quello di Patriot Memory, produttore statunitense di memorie nato nel lontano 1985, che è andato ad aggiungere all'offerta di memorie SDRAM, Flash e SSD anche una interessante proposta di vari accessori, dai lettori di schede, agli hub USB, ai case per hard disk esterni. In particolare Patriot ha deciso di realizzare anche una serie di prodotti dedicati all'alimentazione e alla ricarica di vari dispositivi con la linea di prodotti Fuel, all'interno della quale si distingue l'interessante famiglia Fuel Ion dove troviamo soluzioni di ricarica per telefoni cellulari di tipo "wireless".

Attenzione però: sebbene Patriot Memory faccia ampio uso della terminologia "Wireless Magnetic Charging", non bisogna pensare a soluzioni basate su tecnologia a induzione magnetica. Si tratta infatti di accessori che eliminano la necessità del cavo, ma che impongono comunque un contatto fisico tra il dispositivo di carica e il terminale da caricare. E' la presenza di appositi magneti al neodimio che permette una maggiore libertà e flessibilità di utilizzo, come meglio vedremo in seguito, grazie alla possibilità di assicurare il dispositivo alla base di ricarica in maniera sicura ed affidabile.

La famiglia Fuel Ion si compone di tre basi di ricarica, una per impieghi domestici stanziali, una portatile da viaggio e una che può essere installata all'interno dell'abitacolo di un'autovettura e di cinque custodie dedicate ad altrettanti modelli di smartphone: iPhone 5/5S, iPhone 6, Samsung Galaxy S4, Samsung Galaxy S5 e Samsung Note 3. Le basi possono essere collegate alla normale presa di corrente (usando l'alimentatore dello smartphone) oppure alla porta USB del computer.

Il kit base è composto da un supporto da tavolo e da una cover per lo smartphone. In questo caso abbiamo ricevuto in prova il modello compatibile con iPhone 5S. La base è di colore bianco, con un supporto pesato in maniera tale da assicurare stabilità quando appoggiato sul piano di lavoro. Al centro del supporto reclinato troviamo i piccoli connettori ai quali andrà apposta la cover, la quale è a sua volta provvista di un particolare connettore costituito da quattro cerchi concentrici. La cover, almeno su iPhone 5S, va ad accrescere l'ingombro complessivo dello smartphone rendendolo un poco più spesso e più lungo.

Occultato all'interno della cover e del supporto, in corrispondenza dei connettori, si trovano due magneti al neodimio particolarmente potenti che hanno il compito di mantenere in posizione la cover del telefono (e il telefono stesso) affinché sia possibile attivare il collegamento elettrico per la ricarica della batteria.

La particolare conformazione dei connettori, sia sul supporto, sia sulla cover, consentono di orientare il telefono in ogni direzione. E' bene ricordarsi della presenza del magnete all'interno della cover e tenerne conto quando si ripone lo smartphone in tasca o in borsa, onde evitare spiacevoli episodi di smagnetizzazione di carte di credito o affini.

Questa possibilità si rivela particolarmente interessante specie nel supporto da automobile, in quanto può consentire di utilizzare il telefono in modalità "landscape" in abbinamento, ad esempio, a software di navigazione GPS. Il supporto da automobile è costituito da una ventosa in gomma ad elevata adesione, affinché sia possibile assicurarla in maniera affidabile al parabrezza o a qualsiasi superficie liscia all'interno dell'abitacolo della vettura. Assieme al supporto è fornito inoltre una piastra con materiale adesivo da fissare al cruscotto, nel caso non si voglia sporcare il parabrezza. Il supporto da automobile è inoltre fornito di adattatore di ricarica per la presa accendisigari, così da poter alimentare e caricare lo smartphone durante il suo utilizzo in automobile. Nella normale guida di un veicolo il supporto si è dimostrato molto stabile, così come molto solida è l'adesione magnetica dello smarthpone al supporto stesso.

La base portatile da viaggio è invece di forma tonda e dallo spessore contenuto, caratteristiche fisiche che le consentono di trovare posto abbastanza agevolmente in una qualsiasi borsa da viaggio. Anche in questo caso per ricaricare lo smartphone sarà sufficiente appoggiarvelo sopra: saranno i magneti al neodimio a posizionare correttamente il dispositivo, abilitando così la ricarica.

Basandosi su un collegamento fisico, seppur abbastanza atipico, le soluzioni Fuel Ion consentono di ricaricare lo smartphone in tempi più rapidi rispetto alle soluzioni basate su tecnologia ad induzione magnetica e con tempistiche di fatto confrontabili con quelle di un normale caricatore a cavo. Nella prova di ricarica condotta con un iPhone 5S completamente scarico sono state sufficienti poco meno di due ore per portare il dispositivo alla carica completa.

Quanto costano? Patriot propone il kit base, cioè supporto da tavolo più cover per lo smartphone ad un prezzo di circa 90 euro (a prescindere dal modello di smartphone), la base portatile da viaggio a circa 25 Euro e il supporto da automobile a 54 Euro. E' bene precisare alcuni aspetti: le cover non sono vendute singolarmente quindi nel caso fossimo possessori di vari modelli di smartphone (o volessimo, ad esempio, usare una sola base di ricarica per tutta la famiglia) sarà comunque necessario acquistare il kit di base nella sua interezza. Di contro il supporto per auto e la base portatile non sono provvisti di case, il che significa che questi accessori saranno utilizzabili solamente dopo aver acquistato il kit di base.


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Nuovo smartphone Sony comparso nei risultati di alcuni benchmark

Uno smartphone Sony dotato di display da 5,2 pollici e non ancora ufficialmente annunciato è stato recentemente scovato tra i risultati di un paio di benchmark (GFX Bench e Geekbench per la precisione), a suggerire il fatto che il dispositivo possa essere annunciato ufficialmente nel prossimo futuro. Dato che l'attuale top di gamma, ovvero Xperia Z3, offre a sua volta un display da 5,2 pollici di diagonale, viene naturale pensare che possa trattarsi del suo successore, ovvero Xperia Z4. Non è però così.

In accordo con le informazioni raccolte tramite i due benchmark il nuovo smartphone del produttore giapponese sarebbe dotato di sistema operativo Android 5.0 Lollipop e le sue specifiche hardware comprenderebbero un processore octa-core a 64 bit di produzione Qualcomm, probabilmente uno dei nuovi della serie 400 o 600, mentre il display dovrebbe avere una risoluzione di solo 1280x720 pixel.

Le altre caratteristiche tecniche comprenderebbero una fotocamera posteriore da 12 megapixel di risoluzione, una frontale da 5 megapixel, 2 GB di memoria RAM e solo 4 GB, ovviemente espandibili, di memoria interna dedicata allo storage.

Considerato tutte queste cose, il Sony E2303 ritrovato tra i risultati dei due noti benchmark dovrebbe essere una soluzione di fascia medio-bassa, probabilmente il successore di Xperia C3 che offre anch'esso un display a 720p e una fotocamera frontale da 5 megapixel.

Come sappiamo Sony non porterà il proprio Xperia Z4 all'ormai imminente Mobile World Congress di Barcellona ma ciò non toglie che possa annunciare ufficialmente questo misterioso E2303. Non ci resta che attendere il giorno dell'evento al quale saremo presenti.


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K-Lite Codec Pack Update

Written By Unknown on Sabtu, 14 Februari 2015 | 23.59

scheda aggiornata 1 giorno fa

K-Lite è un bundle di software specificamente sviluppato per permettere di utilizzare la maggior parte dei Codec con il proprio sistema. Quello fornito è un pacchetto di aggiornamento cumulativo per la versione Mega di questo bundle.

Queste le novità introdotte:
  • Updated LAV Filters to version 0.62-52-g1d591a8

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Galaxy S6 privo di bloatware e con app native di Microsoft

SamMobile ha rilasciato ulteriori informazioni sul prossimo Galaxy S6, il top di gamma sudcoreano che farà da riferimento sul mercato Android, almeno sul piano commerciale. Secondo le indiscrezioni, Samsung avrebbe prestato attenzione ad uno degli aspetti meno riusciti dei suoi top di gamma: il bloatware.

Con questo nome vengono riconosciute tutte quelle applicazioni sostanzialmente inutili ai più che vengono preinstallate su un dispositivo, e che non possono venire eliminate in un secondo momento da parte dell'utente. Stando al nuovo report, queste scompariranno su Galaxy S6 e saranno installabili in un secondo momento accedendo allo store specifico per dispositivi Galaxy a totale discrezione dello stesso utente.

SamMobile ritiene che fra le app non disponibili al primo avvio potremmo trovare S Voice, S Health, S Note o Scrapbook, la cui installazione verrà effettuata solo se richiesta esplicitamente dall'utente. È inoltre probabile l'implementazione nativa di software sviluppato da Microsoft, secondo la fonte citata dalla pubblicazione, probabilmente come frutto degli accordi maturati fra le due società negli scorsi giorni.

Galaxy S6 potrebbe in sostanza disporre già dal primo avvio di alcune fra le app mobile più note di Redmond, fra cui OneNote, OneDrive, Office Mobile e Skype. La TouchWiz sarà inoltre notevolmente migliorata rispetto al passato, sia sul piano estetico che su quello dell'ottimizzazione software. Si è preso in prestito molto dalla versione stock di Lollipop, fra cui l'ampio novero di animazioni di cui dispone la più recente release di Android.

Sono previste inoltre molte novità sul piano estetico: cambierà la tastiera e saranno disponibili più opzioni per i temi o per la personalizzazione del launcher, mentre le applicazioni native saranno molto più colorate rispetto al passato.

Ricordiamo che Galaxy S6 sarà annunciato ufficialmente il prossimo 1 marzo all'interno di un evento di presentazione al Mobile World Congress. Noi ci saremo, e naturalmente non mancheremo di aggiornarvi a riguardo di tutte le novità che ci attenderanno durante l'importante settimana spagnola.


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Xiaomi si appresta a sbarcare in Occidente: ha inizio l'ascensione dei cinesi?

L'ex di Google Hugo Barra ha rivelato ufficialmente i piani di Xiaomi per l'Occidente. Il produttore cinese si appresta ad aprire uno store Mi.com negli Stati Uniti, in cui inizialmente verranno commercializzati solamente accessori, come auricolari o fitness band. Il negozio virtuale sarà lanciato entro la fine dell'anno, ma non ci sono piani per la vendita dei celebri smartphone della società per il prossimo futuro.

Xiaomi Mi Note

Quello che sembra un primo timido approdo sul suolo occidentale da parte di Xiaomi, potrebbe avere dietro un piano ben più solido e definito. Se da una parte la vendita di accessori non è comparabile al mercato degli smartphone, dall'altra è ormai evidente che Xiaomi sta puntando agli USA, e la vendita di accessori non potrebbe essere che una prima pallida mossa per un più vasto piano d'assedio nei mercati occidentali.

Parliamo da tempo di smartphone cinesi, spesso tessendone le lodi. I produttori asiatici si sono migliorati notevolmente nel corso del tempo riuscendo a raggiungere, se non superare addirittura, le proposte più blasonate disponibili sui nostri mercati. Tuttavia tendiamo ancora a parlare con distacco dei dispositivi cinesi per diversi motivi: a parte alcuni casi, non sono importati ufficialmente sul nostro paese e le incertezze sul fronte della garanzia ci fanno spesso desistere dall'acqusito.

Bisogna però riconoscere a Xiaomi un notevole coraggio nel proporre dispositivi assolutamente comparabili ai top di gamma di Samsung e HTC a prezzi notevolmente inferiori. I cinesi puntano a guadagnare sull'ecosistema che sussiste intorno agli smartphone venduti, grazie ad una piattaforma che almeno in Oriente è stata in grado di reggersi da sola e a produrre proventi per la società. A prescindere dalle qualità intrinseche dei prodotti, però, è difficile prevedere la reazione del pubblico occidentale agli smartphone cinesi.

Per lungo tempo sono stati considerati la seconda scelta, prodotti economici e con scelte produttive discutibili. Molto è cambiato nel corso del tempo, ma come reagirà l'Occidente all'assalto dei cinesi? Dopo alcune società, come Huawei, adesso ci prova anche Xiaomi, ma al momento è molto difficile prevedere quale sarà il futuro del brand che, anche se è stato in grado di mettere sotto scacco Apple e Samsung in Cina, potrebbe faticare molto per ottenere risultati paragonabili anche fuori dai propri confini nazionali.


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VirtualBox

scheda aggiornata 1 giorno fa

VirtualBox è un sistema di virtualizzazione per sistemi con architettura x86. VirtualBox è inoltre uno strumento altamente flessibile e può essere utilizzato sia in ambienti server, sia in quelli desktop. Attualmente si tratta di una delle poche soluzioni per la virtualizzazione di livello professionale ad essere disponibile come software open source.

Ecco l'elenco delle novità di questa nuova release:

  • VMM: fixed a potential misbehavior after restoring the A20 state from a saved state
  • GUI: fixed full-screen mode mini-toolbar related regressions for different platforms and window managers (bug #13369)
  • GUI: X11: fixed full-screen mode Unity panels quirk caused by mini-toolbar code changes in last release (bug #13365)
  • GUI: X11: added possibility to use legacy full-screen mode as the new one can cause multi-screen issues under Unity, see the manual for more information (bug #13365)
  • GUI: Mac OS X: fixed full-screen mode artifact causing black screen when 3D acceleration was enabled on 10.10 Yosemite hosts (bug #13448)
  • GUI: Mac OS X: fixed regression in user-space swiping from/to VBox in full-screen mode
  • GUI: Mac OS X: fixed issue with switching to VBox in full-screen mode through Alt+Tab and Mission Control
  • Storage: fixed data corruption when resizing huge VHD images under certain circumstances (bug #11960)
  • Storage: fixed a rare hang during startup when the BIOS enumerates the storage devices attached to the SATA controller
  • Storage: follow the spec with AHCI interrupt acknowledge (bug #13474)
  • Storage: fixed broken iSCSI authentication (4.3.14 regression, bugs #13386, #13435)
  • NAT Network: properly parse port forwarding rules to allow UDP rules
  • USB: fixed a crash on Linux hosts with older Linux kernels (bug #13400) and several other fixes
  • ACPI: fixed ACPI timer anomalies (bug #12076)
  • Guest Control: fixed a memory leak (bug #13434)
  • Main: when removing a VM, do also remove the VBoxStartup.log file which might exist on Windows hosts (bug #13478)
  • Windows hosts: fixed more startup problems on certain Windows hosts due to conflicts with anti-virus software; better error reporting (4.3.14 regression; bug #13187)
  • Windows hosts: propagate the process startup information to the child process (4.3.14 regression; bug #13243)
  • Mac OS X hosts: don't force using the discrete GPU (bug #11111)
  • Windows Additions: some Windows 10 tweaks
  • X11 guests: fix a bug handling video driver display properties which prevented GNOME Shell on Fedora 21 from starting
  • Linux hosts / guests: fixed a few remaining warnings in the kernel log if memory allocation fails (bug #11171)

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Record Apple, Raspberry Pi 2 timido, NVIDIA, Nikon ed Evolve in TGTech

Doppio record in borsa per Apple: raggiunge il massimo storico di oltre 127 dollari per azione che la portano ad una capitalizzazione di mercato superiore ai 720 miliardi di dollari, un livello mai toccato da nessuna altra compagnia quotata alla borsa americana. Se la Mela fosse un paese, e la sua capitalizzazione il PIL, si troverebbe al 20 posto al mondo interposta tra l'Arabia Saudita e la Svizzera.

I risultati finanziari di NVIDIA, che ha a fine gennaio terminato il proprio esercizio fiscale 2015, dipingono uno scenario positivo per l'azienda americana. Paolo ci parla di un fatturato in crescita rispetto all'anno precedente ma è ancor di più l'utile netto ad essere positivo. Merito di questi risultati le vendite di GPU, tanto per appassionati di videogames come per i professionisti, accanto alle soluzioni SoC della famiglia Tegra. Queste ultime rappresentano il futuro dell'azienda americana, chiamata a proporre questi chip non solo in tablet e smartphone ma anche nell'interessante e potenzialmente molto ampio mondo dell'industria automobilistica.

Nino ci parla dello strano caso che ha coinvolto il nuovo Raspberry Pi 2. Il piccolo computer quad-core sembrerebbe infatti suscettibile ai flash allo Xenon delle fotocamere digitali, che sono in grado di mandare in tilt la macchina e provocare un arresto del sistema. Nino però ci consiglia anche un rimedio, per quanto rudimentale.

Nikon D810A, ovvero la declinazione della nota full-frame destinata al mondo dell'astrofotografia. Ce ne parla Roberto, ricordandoci come la nuova nata di casa Nikon sia la prima full frame della casa destinata  questi utilizzi; il filtro infrarossi è stato ridisegnato, più spostato verso le frequenze IR, mentre da segnalare è l'estensione dei tempi di esposizione portati fino a 15 minuti (ovviamente c'è sempre la posa B per andare oltre). Il prezzo? Lo dice nel TG, guardatelo.

Martedì scorso è uscito l'attesissimo shooter multiplayer Evolve, sviluppato da Turtle Rock Studios, la software house famosa per Left4Dead. Si tratta di un titolo multiplayer competitivo asimmetrico, con una squadra formata da quattro Cacciatori con caratteristiche differenti e l'altra da un unico giocatore, un possente e potentissimo Mostro. Ma ci spiega tutto Rosario nel TG! Buon weekend a tutti.


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NPD gennaio 2015: PS4 e Dying Light in cima alle vendite

Xbox One aveva battuto PS4 nelle vendte in Nord America nei mesi di novembre e di dicembre. Era successo grazie anche a uno sconto di 50 dollari sul prezzo della console, praticato da Microsoft per il solo periodo natalizio, perlomeno nelle intenzioni iniziali. Ma a gennaio 2015 PS4 torna in cima alle vendite.

Dying Light

Nonostante questo, Microsoft registra risultati significativi con la sua console, con una crescita del 22% nelle vendite dell'hardware rispetto al corrispondente mese dello scorso anno. I giochi per Xbox One, inoltre, rimangono i più venduti. Sulla base di questi risultati, Microsoft potrebbe continuare con il price tag di $349, anche in vista delle importanti uscite di Halo 5: Guardians, Forza Motorsport 6, Fable Legends, Evole e The Witcher 3: Wild Hunt.

Le vendite di videogiochi nel Nord America a gennaio ammontano a 625,7 milioni di dollari, trainate soprattutto da Dying Light, che è il gioco più venduto nel mese. Le vendite di software diminuiscono del 5% rispetto al corrispondente periodo del 2014, mentre il calo per l'hardware è più significativo: da 239 a 185 milioni di dollari. Questo dipende dal fatto che a gennaio 2014 le due nuove console erano state appena lanciate, e molti appassionati si sono fiondati subito all'acquisto. Il mercato dei videogiochi ha oggi un valore di 15 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti.

Nella classifica dei giochi più venduti, dopo Dying Light, troviamo Call of Duty Advanced Warfare, Grand Theft Auto V, Minecraft, NBA 2K15, Super Smash Bros., Far Cry 4, Madden NFL 15, Destiny e Fifa 15.

"Nessuna nuova IP aveva avuto un impatto sul mercato così positivo. Dying Light ha, infatti, superato anche The Evil Within, che l'anno scorso aveva fatto segnare il record di vendite per una nuova IP al debutto", ha commentato Liam Callahan, analista di NPD.

Altri dettagli su Dying Light si trovano nella nostra recensione.


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Wiko annuncia ufficialmente Ridge 4G e Ridge FAB

Wiko, azienda francese produttrice di smartphone al numero due in Francia nel 2014 ha ufficialmente annunciato nel corso della giornata di ieri i nuovi Wiko Ridge 4G e Wiko Ridge FAB. Il primo è uno smartphone che fa della leggerezza e della connettività 4G il proprio punto di forza mentre il secondo si distingue per un display particolarmente ampio.

Wiko Ridge 4G offre un display da 5 pollici a risoluzione HD che offre una densità di pixerl pari a 295 ppi, non certamente un record ma comunque un risultato discreto. All'interno della scocca troviamo un processore Qualcomm Snapdragon 410 operante alla massima frequenza di 1,2GHz. Incastonata nella cover posteriore troviamo poi la fotocamera principale dotata di un sensore da 13 megapixel di risoluzione. Il sistema operativo è ovviamente Android nella sua versione 4.4.4 KitKat. La memoria interna ammonta a 16 GB, espandibili tramite schede di memoria microSD nel caso in cui si decida di non utilizzare il secondo slot per la scheda SIM secondaria.

Come detto in apertura la caratteristica principale di questo Ridge 4G è proprio il supporto alle reti LTE, oltre che lo spessore e il peso molto contenuti, rispettivamente 7,5 mm e 125 grammi.

La versione FAB del nuovo Wiko Ridge si differenzia invece per delle dimensioni complessivamente maggiori. Il display di questo smartphone offre infatti una diagonale di 5,5 pollici che condiziona pesantemente l'ingombro complessivo del terminale. Anche in questo caso abbiamo una risoluzione HD che porta a una densità di pixel pari a 269 ppi. Il processore è lo stesso di Ridge 4G, cosi come è la medesima anche la versione del software. Anche in questo caso non manca la connettività 4G e la possibilità di espandere la memoria con schede micro SD.

I prezzi consigliati al pubblico per le due soluzioni sono di 229 euro per Wiko Ridge 4G e 249 euro per Wiko Ridge FAB.


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PassMark BurnInTest Standard

Written By Unknown on Kamis, 12 Februari 2015 | 23.04

scheda aggiornata 4 ore fa

Utility per verificare la stabilità del sistema. Tutti i sosttosistemi del pc vengono testati e "stressati" pesantemente e contemporaneamente, ciò consente di verificare oltre alle performance generali, anche la compatibilità di tutti i componenti del sistema. I dispositivi interessati al test sono: cpu, dischi, schede audio e video, RAM, scheda di rete e stampante.


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Affinity Photo, una valida alternativa a Photoshop per ora solo su Mac

La software-house inglese Serif ha annunciato nei giorni scorsi la disponibilità della versione beta, per ora solo per sistemi operativi Mac OS X, di Affinity Photo: si tratta di un software di foto ritocco e postproduzione fotografica che si pone come diretto avversario dei colossi del settore quali Photoshop e Lightroom.

Serif ha infatti progettato e sviluppato da zero il programma, potendo così realizzare funzionalità capaci di sfruttare nello specifico le capacità dell'hardware moderno. Secondo la stessa azienda si tratta di un importante punto di differenziazione rispetto a Photoshop che, sebbene aggiornato nel corso degli anni, si porta dietro un'ingombrante architettura vecchia di 25 anni.

Questo ha permesso a Serif di realizzare una soluzione per l'editing e il fotoritocco particolarmente potente e reattiva nelle elaborazioni, capace di mostrare istantaneamente le modifiche apportate all'immagine. Affinity Photo supporta editing a 16-bit per canale, profilazione colore ICC, Lab color, end-to-end CMYK e supporto PSD e ai plug-in a 64-bit. Tra le funzionalità degne di nota vi sono strumenti per l'editing in separazione di frequenza, tool per l'aggiunta di punti luce, strumenti per la modifica della profondità di campo e soluzioni di inpainting.

Come detto poco sopra Affinity Photo è ora disponibile gratuitamente in versione beta per tutti gli utenti in possesso di un sistema Mac con processore Intel a 64-bit e sistema operativo OS X Lion 10.7.5 e successivi. Non sono ancora definiti con precisione i piani futuri (come la data di rilascio della versione definitiva così come una versione per Windows, ma Dale Cook, responsabile PR & Marketing per Affinity, ha commentato nel blog ufficiale di Serif:

"La versione Windows potrebbe arrivare nel 2016, Serif già dispone di sviluppatori Windows ma sta sviluppando questa novità interamente per Mac prima di volgersi verso altre piattaforme. La versione beta non ha alcuna limitazione rispetto ad una app a pagamento, non esiste ancora una versione a pagamento di Affinity Photo, ci vorranno mesi, quindi per ora la beta è Affinity Photo. Quando sarà infine disponibile su App Store, Affinity Photo avrà un costo di 49,99 dollari o l'equivalente locale sulla base dello schema di prezzi Apple".

Serif propone già due applicativi alternativi ad altre soluzioni di Adobe: Affinity Designer e Affinity Publisher, come alternativa rispettivamente ad Illustrator e InDesign, i quali si integreranno perfettamente con il nuovo Affinity Photo. Insomma, le premesse per infastidire un colosso come Adobe ci sono tutte. Del resto anche Photoshop, il 19 febbraio del 1990, debuttò come programma esclusivo per Mac approdando su Windows con la versione 2.5 solo nel novembre del 1992.


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Windows 7 Manager

scheda aggiornata 3 ore fa

Utility che guida all'ottimizzazione dei parametri di funzionamento del sistema operativo Windows 7. Queste le principali caratteristiche tecniche del programma, così come indicate dallo sviluppatore:

  • Add Windows Defender Status Manager in Security Components.
  • Add more programs for cleaning privacy.
  • Fix the bug that LiveUpdate will not be closed with Main program.
  • Perfect the ball tip, not closed automatically and you can touch screen for tips.
  • Fix other some bugs.

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Solo 720 mila gli smartwatch Android Wear venduti: bastano per definirli un flop?

Canalys ha rilasciato le prime stime sulla diffusione dei sistemi indossabili durante i dodici mesi del 2014. Stando alle analisi della società, sono stati consegnati 720.000 dispositivi con Android Wear, le cui vendite sono state pilotate soprattutto da Motorola con il suo Moto 360. Anche LG ha fatto bene con G Watch R, che ha avuto un successo di pubblico ben maggiore rispetto al predecessore.

Motorola Moto 360

In questo quadro troviamo anche Pebble che da sola è riuscita a consegnare sul mercato circa 1 milione di unità indossabili nel 2014, grazie ad una buona strategia sugli aggiornamenti software e sulla disponibilità di applicazioni sullo store. Hanno giocato un ruolo importante, scrive Canalys, anche i tagli sui prezzi operati nella seconda metà dell'anno. Immancabile Samsung nel computo della valutazione del mercato Android Wear.

Apprezzabile, secondo la società d'analisi, la scelta di suddividere le line-up in prodotti Android Wear e Tizen, tuttavia Samsung ha "lanciato sei dispositivi in soli 14 mesi", non riuscendo a focalizzare le attenzioni del consumatore su un modello specifico e, soprattutto, gli sviluppatori sulla nuova piattaforma proprietaria. Una strategia che su smartphone e tablet aveva pagato molto, non sembra stia portando molti frutti al colosso sudcoreano sugli indossabili.

Buone anche le vendite della Mi Band di Xiaomi. Nel primo giorno i cinesi sono riusciti a distribuirne circa 103 mila unità, superando il milione nei dodici mesi successivi. Si tratta di un braccialetto molto più economico delle proposte Android Wear, ma che secondo Canalys rappresenta un fulgido esempio di come sia possibile entrare nel mercato in Cina e farlo proprio, anche considerando solo le vendite locali.

"Tutti gli occhi sono adesso su Apple", scrive Canalys, il cui Watch dovrebbe ormai essere prossimo al debutto. Alcune fonti interne alle catene di fornitura sostengono che la società di Cupertino voglia piazzarne in commercio ben 30 milioni, rappresentando un primo catalizzatore del mercato. Un numero indubbiamente molto elevato se consideriamo il complessivo del settore stimato da Canalys (circa 4,6 milioni), che però potrebbe beneficiare anche sulle vendite degli Android Wear.

Ma la piattaforma di Google "deve migliorare in maniera significativa nel futuro" per poter competere con alcune scelte di Apple Watch. L'orologio della Mela vanterà già al lancio un SDK ben strutturato per la scrittura di app dedicate e ben ottimizzate, per un'efficienza energetica non ancora raggiunta da nessun altro prodotto della categoria, almeno secondo Canalys che si pone in netto contrasto con molte indiscrezioni sull'argomento.

Parlare di flop per Android Wear è ancora presto, tuttavia è chiaro che ad oggi Google non è riuscita ad avere un effetto dirompente all'interno della categoria degli indossabili.


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Ridotti i furti di smartphone nelle grandi città, il kill-switch funziona

I furti di smartphone si sono notevolmente ridotti nelle tre maggiori città che hanno condotto l'iniziativa "Secure Our Smartphones". Secondo un comunicato congiunto delle città di New York, San Francisco e Londra, i furti di iPhone sono calati rispettivamente del 25, 40 e 50% con larga parte del merito dovuta, secondo le autorità di legge, all'implementazione del cosiddetto kill-switch.

Co-presieduta dal Procuratore Generale di New York Eric Schneiderman e dal Procuratore Distrettuale di San Francisco George Gascon, l'iniziativa è sostanzialmente rappresentata da una vasta coalizione di autorità di legge, forze dell'ordine, attivisti della pubblica sicurezza e avvocati per la difesa dei consumatori. I due funzionari avevano annunciato la sua formazione lo stesso giorno in cui Apple, Google, Motorola, Microsoft, Samsung e altri partecipavano ad un vertice organizzato appositamente nel giugno 2013.

"L'industria mobile continua a consegnarci nuove feature sofisticate, ma prevenire ai propri utenti di essere coinvolti in un crimine violento rappresenta la tecnologia più valida che l'industria può portare sul mercato", ha dichiarato lo stesso Gascon, commentando il declino dei furti. Negli Stati Uniti il furto di smartphone ha rappresentato per parecchio tempo il 30-40% delle rapine complessive annuali, secondo Consumer Reports.

Solo nel 2012 sono stati 1,6 milioni i furti di smartphone negli USA, mentre nel 2013 i crimini legati agli smartphone hanno avuto un costo di 30 miliardi di dollari per i consumatori coinvolti. Apple, Microsoft e Google hanno cercato di mettere una pezza al problema implementando sulle proprie piattaforme funzionalità in grado di eliminare da remoto tutti i dati in caso di furto o di disabilitare le feature cruciali dei dispositivi.

Alcuni stati americani avevano inoltre proposto l'obbligo di legge per l'implementazione di funzionalità simili su tutti i dispositivi venduti, ma nessuna fra queste proposte di legge è riuscita a entrare in vigore.


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Google e Microsoft insieme per eliminare i falsi positivi negli antivirus

In una sola settimana e con l'apporto di una sola compagnia, VirusTotal è riuscita a individuare ed eliminare 6 mila casi di risultati falsi positivi valutati dai più comuni software anti-virus. VirusTotal è stata acquisita circa due anni fa da Google per una cifra non pubblica, e la compagnia di cui si parla è Microsoft, che ha condiviso alcuni metadati con la compagnia di sicurezza anti-malware.

Microsoft e Google sono stati protagonisti di recente di una particolare vicenda. Big G e la sua divisione di sicurezza Project Zero avevano scoperto una vulnerabilità sul software operativo di Redmond, notificandolo alla società. Nessun fix è stato rilasciato dopo 90 giorni, fattore che ha costretto Google a pubblicare l'exploit in modo da affrettare le procedure per il rilascio di una patch lenitiva.

Le due società si trovano adesso a lavorare insieme nel tentativo di offrire un complemento all'analisi euristica dei più recenti software anti-virus. Attraverso quest'ultima, è possibile che i tool di sicurezza riconoscano come malware file che in realtà sono del tutto legittimi. Quando questo avviene con file sensibili appartenenti allo stesso sistema operativo si possono provocare danni difficili da riparare, se non con il classico format riparatore.

Andando a manipolare alcuni file, l'anti-virus può infatti compromettere prestazioni e stabilità della macchina, o addirittura inibire lo stesso avvio del sistema operativo. In più, l'errata interpretazione di un file può di fatto portare a malfunzionamenti anche del software installato, con ripercussioni sensibili nell'esperienza d'uso. Microsoft e Google si riappacificano, quindi, dopo lo strano caso delle ultime settimane?

Le due cose in realtà appaiono ancora separate: VirusTotal è di Google, ma ha specificato più volte che lavora in maniera indipendente, mentre il prossimo obiettivo è ottenere la grazia di Apple e cooperare per lo stesso fine su Mac OS X. VirusTotal ha già rilasciato il suo software di sicurezza sui sistemi della Mela ma, considerato il modus operandi in quel di Cupertino, non speriamo molto su un'eventuale collaborazione fra le due parti.


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Dying Light: in arrivo la Modalità Difficile

Dying Light si è rivelato un ottimo gioco, ma ha delle carenze: ad esempio, i giocatori non possono scegliere il livello di difficoltà. Questo ha portato molti fans a chiedere allo sviluppatore Techland l'introduzione di una nuova Modalità Difficile, che possa innalzare ulteriormente il livello di sfida.

Dying Light

Techland ha subito risposto ai suoi fans, dicendo che la Modalità Difficile verrà inclusa in un aggiornamento gratuito che uscirà a breve, e che includerà altri miglioramenti. Al momento, però, non indica una precisa data di pubblicazione. Si tratterà solamente del primo di una lunga serie di update gratuiti.

"Alcuni giocatori hanno già completato Dying Light e ci chiedono di offrire altro. Quindi, forniremo alla nostra community un nuovo livello di sfida che possa consentire ai giocatori di mettere in pratica tutto ciò che hanno imparato giocando", sono le parole di Tymon Smektaba, Producer. "Nelle nostre intenzioni questo aggiornamento arriverà a marzo, ma potrebbe essere disponibile anche prima. Dipende da quanto brutale vogliamo che sia la Modalità Difficile".

Il gameplay cambierà in alcuni aspetti con la Modalità Difficile: innanzitutto, gli zombi notturni saranno ancora più efficaci e costringeranno i giocatori ad agire in modo stealth e in silenzio, il che richiederà ancora più abilità a gestire le scarse risorse a disposizione. Se possiamo dare un suggerimento a Techland, in questa modalità di gioco la parte di platforming dovrebbe essere resa meno semplificata e meno guidata.

L'aggiornamento introdurrà diversi altri miglioramenti al gameplay e nuovi abiti per i personaggi, e sarà disponibile in tutti i formati nei quali Dying Light è stato pubblicato.

Per tutti i dettagli sul gioco consultate la recensione di Dying Light.


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